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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

La “difficile” navigazione tra dati, statistiche e analisi tendenziali e congiunturali.
“Polarizzazione”, percorso a ostacoli per le imprese salernitane
La realtà economica e produttiva provinciale risente ancora fortemente del precedente ciclo recessivo e si appresta ad affrontare il nuovo rallentamento non certamente nelle migliori condizioni possibili.

Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) mercoledì 27 febbraio 2019.

I numeri dominano, ormai, la scena mediatica e molto spesso complicano – più che agevolare – la “lettura” degli scenari soci/economici. Molti indicatori riferiti al contesto produttivo (di scala provinciale, regionale e nazionale) rischiano di rivelarsi fuorvianti o di raccontare solo un “pezzo” di quello che in realtà accade sui territori. A mettere insieme in maniera approfondita dati e percentuali, ci si può rendere conto che non sempre il segno più è foriero di buone notizie. Le dinamiche di nati-mortalità delle imprese – per esempio – non è detto che segnalino sempre parabole di crescita effettiva, anche perché più che la quantità, risulta più rivelante provare a comprendere la qualità (in termini di capacità di produzione di valore aggiunto e di generazione di occupazione) dei profili aziendali.

Per rimanere nei confini della nostra provincia, l’ultima nota analitica del’Osservatorio Economico della Camera di Commercio evidenzia un tasso di crescita imprenditoriale in provincia di Salerno – riferito al 2018 – pari all’1,1% (maggiore di quello nazionale, +0,5%, ma più ridotto di quello regionale (+1,3%). Se andiamo a verificare la dinamica settoriale, ci rendiamo conto che a fronte di una crescita nel settore agricolo (+2,2%), nei servizi di alloggio e ristorazione (+2,5%) e nei servizi alle imprese (+4%), restano stabili le attività manifatturiere, le costruzioni, i trasporti e le spedizioni, mentre arretrano ancora le attività commerciali (-0,5%).

Che cosa significa in buona sostanza? Si può dedurre che i due comparti in grado di scatenare un vero e proprio effetto domino – manifatturiero in senso stretto e costruzioni – vivono ancora una fase molto delicata e complessa, risentendo della cosiddetta polarizzazione tra imprese in grado di dominare le conseguenze dei cicli negativi (attraverso l’accelerazione dei processi di innovazione tecnologica e di orientamento all’export) e imprese (in netta maggioranza) alle prese con una navigazione, per così dire, a vista.

Sull’altro versante – agricoltura, servizi di alloggio e ristorazione, servizi alle imprese – è ben chiaro che siamo in presenza di fenomeni di “contaminazione” non solo tra settore primario e turismo (i), ma anche di dinamiche (ormai strutturali) legate al cambiamento degli stili di vita ed in particolare alla crescente attenzione verso un nuovo approccio all’alimentazione che privilegia in chiave salutistica l’ortofrutta di qualità, meglio ancora se incentrata sul metodo biologico.

Come pure non possono essere trascurati i dati relativi alla forma giuridica delle imprese che – sebbene rimarchino la crescita delle società di capitali (+1.834 unità) – ci dicono che le imprese individuali (la forma giuridica tra le più associabili all’auto-impresa derivante dai flussi inerenti alle varie tipologie di esclusione dal mercato del lavoro) registrano una maggiore movimentazione (4.590 iscrizioni a fronte di 4.843 cessazioni) con un saldo negativo (-253), confermando un elevato e non virtuoso turn over.

Alla luce di questo scenario appare evidente che la realtà economica e produttiva salernitana – per tante motivazioni estranee allo spirito imprenditivo – risente ancora fortemente del precedente ciclo recessivo e si appresta ad affrontare il nuovo rallentamento non certamente nelle migliori condizioni possibili.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

@PappalardoE

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