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Gli aumenti maggiori riguardano calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+8,4%) e prodotti di profumeria, cura della persona (+8,3%).
Più soldi dai consumatori, ma si compra di meno
L’Istat specifica che “nel primo trimestre del 2023, rispetto al trimestre precedente, sono in aumento le vendite in valore mentre sono pressoché stazionarie o in lieve calo quelle in volume, sia per i beni alimentari sia per quelli non alimentari”.

“A marzo 2023 si stima una variazione congiunturale nulla per le vendite al dettaglio in valore mentre quelle in volume sono in calo (-0,3%). Le vendite in valore sono stazionarie sia per i beni alimentari sia per i beni non alimentari mentre le vendite in volume sono in diminuzione per entrambi i settori (rispettivamente -0,7% e -0,1%)”. Questo il quadro delineato da Istat (05.05.2023), che, poi, specifica: “Nel primo trimestre 2023, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio crescono in valore (+1,9%) e calano in volume (-0,1%). Le vendite dei beni alimentari sono in aumento in valore (+2,3%) e non subiscono variazioni in volume, quelle dei beni non alimentari crescono in valore (+1,5%) e diminuiscono leggermente in volume (-0,1%). Su base tendenziale, a marzo 2023, le vendite al dettaglio aumentano del 5,8% in valore e registrano un calo in volume del 2,9%. Si registrano andamenti di segno analogo sia per le vendite dei beni alimentari (+7,7% in valore e -4,9% in volume), sia per quelle dei beni non alimentari (+4,1% in valore e -1,3% in volume)”.

Bisogna aggiungere che, per quanto riguarda i beni non alimentari, “si registrano variazioni tendenziali positive per tutti i gruppi di prodotti ad eccezione di elettrodomestici, radio, tv e registratori (-2,0%). Gli aumenti maggiori riguardano calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+8,4%) e prodotti di profumeria, cura della persona (+8,3%)”. Come pure che “rispetto a marzo 2022, il valore delle vendite al dettaglio è in crescita per tutte le forme di vendita: la grande distribuzione (+7,8%), le imprese operanti su piccole superfici (+3,5%), le vendite al di fuori dei negozi (+4,6%) e il commercio elettronico (+10,3%)”.

L’analisi.

L’Istat specifica che “nel primo trimestre del 2023, rispetto al trimestre precedente, sono in aumento le vendite in valore mentre sono pressoché stazionarie o in lieve calo quelle in volume, sia per i beni alimentari sia per quelli non alimentari. Nello stesso periodo, su base tendenziale, prosegue l’andamento degli ultimi mesi: per entrambi i comparti di vendita a un aumento in valore delle vendite si contrappone una flessione dei volumi, dovuta soprattutto all’andamento delle vendite dei beni alimentari. Tutte le forme distributive sono in crescita, più sostenuta per la grande distribuzione e il commercio elettronico”.

I costi dell’inflazione.

E’ evidente che, in termini concreti, si è ristretto l’elenco degli acquisti: spesa che in un anno è aumentata del 7%, e i consumatori hanno dovuto rendersi conto che, pur immettendo più risorse sul mercato, hanno di fatto comprato di meno. Se le vendite al dettaglio hanno compiuto un passo indietro, è dipeso dal comportamento concreto delle famiglie.

Nel prendere in considerazione il mese di marzo 2022, la spesa degli alimenti ha fatto segnare il +7,7%. Se, invece, si tiene conto del volume dei beni acquistati, affiora un ridimensionamento del 4,9%.

(Fonte: istat.it/05.05.2023)

 

 

 

 

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Più spesa ma si compra di meno
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