Il “racconto” del ritorno del Pd al governo e dell’assestamento dell’alleanza con i 5 Stelle procede con linearità e con grande impegno da parte della componente di centrosinistra, come pure sull’altro versante si fa molta attenzione a non confondere il livello nazionale dell’operazione con i “fraintendimenti” che vengono agitati per mettere in movimento dinamiche di carattere regionale o provinciale. Si capisce bene come nel calderone romano si agitino diverse tendenze e si punti a creare un livello di interazione tra Pd e 5 Stelle adeguato alle aspettative ( e agli interessi politici) in campo. Ma è evidente che per entrambe le formazioni politiche – non solo per i grillini –  si prospettano non pochi problemi in considerazione di aree del Paese dove la fibrillazione e lo scontro sono talmente forti (e recenti) da rendere molto difficile una realistica composizione delle questioni in campo.

Eppure il Pd sembra insistere più dei 5 Stelle, pur avendo piena consapevolezza delle difficoltà in alcuni comprensori, come per esempio la Campania e la provincia di Salerno (dove, è chiaro, la contrapposizione ed il diniego dei grillini sono particolarmente intensi). Evidenti le ragioni complessive che si annidano dietro questo approccio diessino, ma – al momento – tutto lascia credere che non si intenda arrivare ad un accordo soddisfacente per entrambe le formazioni in vista delle non semplici (così al momento appaiono) elezioni regionali in programma il prossimo anno.

E, allora, appare oggettivamente complesso individuare un modo di procedere in grado di attenuare le tensioni anche in considerazione delle non semplici vicende che riguardano il Pd campano sempre alle prese con una sistematica e fervida “opposizione” al presidente della Regione soprattutto al di fuori del perimetro della provincia salernitana. Nonostante tutto sembra essersi ridotto a “questioni”  e modalità di gestione del governo dei territori, in realtà le antiche opposizioni al deluchismo, sebbene ridotte nei numeri, sono ancora ben articolate nelle varie aree della Campania e, interagendo con l’area un tempo popolare, provano e proveranno ad articolare un disegno diverso della dinamica deluchiana. Un disegno che, naturalmente, prova a destabilizzare il governatore che, pare, invece, avere già quasi chiuso ogni cosa in vista della prossima scadenza elettorale.

E’ in questo contesto, quindi, che vengono agitate con cura e precisione i richiami diessini nazionali alla costituzione di un’alleanza anche regionale e locale con i 5 Stelle che, invece, proprio nella “guerra” al governatore verificano (e hanno ben verificato) differenze e opposizione.

E’, quindi, evidente che da una parte e dall’altra non mancano richiami fermi a mettere in discussione la candidatura del presidente della Regione che, invece, viaggia nella sua prospettiva programmatica e, come anche in altre occasioni, va diritto per la sua strada che può contare su non pochi positivi risultati del governo da lui guidato in un conteso realmente difficile da affrontare.

I prossimi mesi fotograferanno meglio il contesto politico e le forze realmente in campo: riusciranno i 5 Stelle a proporre una politica compatibile con la maggioranza dei cittadini campani? O dovranno puntare solo sul loro target di riferimento consapevoli che in questo modo la vittoria appare più complessa e difficile? Stesso discorso vale per la Lega ed il centrodestra che pure possono contare su un elettorato diffuso e molto spesso non dichiarato.

Molto dipenderà dal tipo di comunicazione che sarà scelto dagli attori in campo. Ma, naturalmente, siamo ai primi (sebbene strategici) passi. La partita è ancora all’inizio e  preannuncia pienamente interessante.

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@PappalardoE