contatore visite free skip to Main Content
info@salernoeconomy.it

Lo speciale »

Il focus a Roma, 22 anni dopo il riconoscimento dell’Indicazione Geografica Protetta.
Nocciola di Giffoni, materia prima di alta qualità
L’on. Anna Bilotti (M5Stelle): “Necessario fare il punto sulle criticità del settore e sulle prospettive di mercato per intervenire sulle prime e cogliere al meglio le seconde”.

(Ma.Ga.) – Non solo la promozione di un’eccellenza gastronomica salernitana, ma anche una riflessione sul futuro del comparto corilicolo, con l’analisi di criticità e prospettive. Su questo doppio binario si è snodato l’evento che il 19 dicembre ha visto protagonista a Montecitorio la Nocciola di Giffoni Igp. L’iniziativa è stata voluta dall’on. Anna Bilotti, deputata del Movimento 5 Stelle originaria di Giffoni Valle Piana, e si è articolata in due momenti: dalle 12 alle 15 una degustazione di prodotti a base di nocciola di Giffoni Igp, nell’anticamera del ristorante della Camera; poi, alle 19, una conferenza stampa con l’intervento di politici e rappresentanti del settore produttivo e la consegna al presidente della Commissione parlamentare Agricoltura, Filippo Gallinella, di un dossier su dati e  problematiche del comparto.

On. Bilotti, perché ha voluto questo evento?

“C’è una doppia motivazione. La prima è quella di promuovere un’eccellenza della mia terra, mostrando tutto quello che la Nocciola di Giffoni Igp rappresenta in termini di materia prima e di varietà e qualità dei prodotti derivati dalla sua lavorazione; ho voluto farlo in un luogo prestigioso, nel cuore delle istituzioni, coinvolgendo rappresentanti istituzionali, produttori, preparatori e giornalisti, anche della stampa enogastronomica. La seconda è che ho avvertito la necessità, anche parlando con gli imprenditori del comparto, di un focus che a 22 anni dal riconoscimento dall’Indicazione Geografica Protetta facesse il punto sulle criticità del settore e sulle prospettive del mercato, per intervenire sulle prime e cogliere al meglio le seconde”.

È un focus che avrà degli sviluppi?

“ Certo. Abbiamo consegnato al presidente della commissione Agricoltura, Filippo Gallinella, un dossier in cui i rappresentanti del settore corilicolo evidenziano le problematiche esistenti e avanzano proposte per la risoluzione. Ritengo che ogni sforzo, anche legislativo, debba essere fatto per garantire la massima riconoscibilità per ogni attore della filiera, dal più piccolo degli agricoltori fino al consumatore internazionale”.

Di nocciola ha parlato di recente anche Matteo Salvini, scagliandosi contro Ferrero per l’utilizzo di nocciole turche nella Nutella. Lei che ne pensa?

“La tutela delle nostre produzioni, a maggior ragione di quelle di eccellenza, è un tema che va trattato con la dovuta serietà. Non è con slogan fuorvianti che si risolvono i problemi. L’ex ministro dell’Interno non sa, o finge di non sapere, che le importazioni di nocciola dalla Turchia sono legate alla circostanza che la produzione italiana non basta a soddisfare il fabbisogno. Non si tratta quindi di mettere in campo puerili boicottaggi di questo o quel marchio dolciario, ma di adottare gli interventi più idonei a sostenere i produttori locali, di potenziare i controlli sanitari e di tracciabilità sulle nocciole importate, di tutelare il valore del marchio Igp rendendone chiara la riconoscibilità e sanzionando le diciture ingannevoli”.

È ancora valida la forma del consorzio per valorizzare le risorse agricole e alimentari del Sud? Oppure occorre potenziare gli aspetti della competitività economica? Raggiungere cioè standard gestionali più attenti alla redditività?

“Garantire redditività a chi rientra in un marchio di tutela è un elemento decisivo. Se soffocassimo gli operatori con una mole di oneri tale da rendere improduttiva l’impresa, avremmo l’unico risultato di una fuga dai riconoscimenti di denominazione geografica, con un impoverimento per l’economia e la progressiva perdita di produzioni identitarie. Detto ciò, il punto non è abolire la forma consorzio ma renderla più efficace, in modo che per ogni produttore che aderisce al sistema di protezione del marchio, e se ne sobbarca il disciplinare, il rapporto tra costi e benefici penda sempre in favore dei secondi. Recenti analisi testimoniano la crescita costante del valore economico delle produzioni a indicazione geografica, ed evidenziano come sia ancora ampia la fetta di mercato in cui è possibile inserirsi. Sostenere e agevolare questo processo, anche con iniziative pubbliche di valorizzazione dei prodotti autentici, può aiutare a superare quella diffidenza verso le forme aggregative che si avverte soprattutto nel Mezzogiorno, dove dati ministeriali rivelano che circa la metà delle denominazioni non ha un consorzio di tutela”.

Il rapporto consorzio/territorio può essere migliorato in forma interattiva?

“È una delle opportunità che devono essere colte. Non a caso gli ultimi rapporti dell’Ismea (l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) evidenziano l’enorme valore aggiunto che può derivare dal legame tra il territorio, il turismo e l’enogastronomia. In tutti quei luoghi dove l’origine e la qualità dei prodotti sono elementi caratterizzanti, l’interazione tra chi opera a vario titolo sul territorio può consentire un aumento esponenziale dei benefici. Pochi giorni fa è stato firmato, in Veneto, un protocollo d’intesa per la realizzazione di sette percorsi destinati al turismo lento all’interno dell’area di produzione del Radicchio di Chioggia Igp. Non vi è alcun motivo perché nel territorio salernitano, dove 12 comuni rientrano nell’area di produzione della nocciola di Giffoni Igp, non si possa immaginare un sentiero della nocciola, come d’altronde è stato fatto in Piemonte”.

Quali prospettive si aprono per l’area produttiva in provincia di Salerno?

“L’annata 2019 ha evidenziato nel comparto corilicolo una serie di emergenze, dai cali di produzione alla diffusione di micotossine, che sarà necessario affrontare con una programmazione a livello regionale e nazionale. D’altro canto vi sono ancora ampi margini per migliorare la penetrazione dei nostri prodotti nel mercato interno e in quello internazionale. Basti pensare a quanto è emerso dal rapporto sull’agroalimentare illustrato lo scorso ottobre all’Università di Salerno: sul fatturato nazionale dei prodotti agroalimentari a indicazione geografica il Mezzogiorno incide soltanto per il 12%. Di questa fetta di economia meridionale la Campania rappresenta da sola il 63%, ma si tratta di un dato legato quasi esclusivamente alla mozzarella di bufala; per le altre tipicità le potenzialità da sfruttare sono ancora notevoli”.

 

Foto Anna Bilotti
L'On. Anna Bilotti
Back To Top
Cerca