L'altra notizia »
di Ernesto Pappalardo
La sensazione che trasmette il quadro politico ad oltre un mese e mezzo dalle elezioni è di assoluta e grande confusione. A prescindere dagli esiti delle trattative in corso in questi giorni appare chiaro che il meccanismo di una contorta legge elettore – concepita con l’evidente doppio obiettivo di agevolare, tra le opzioni disponibili, un asse governativo Pd/Fi e di mettere il bastone tra le ruote al M5Stelle – si è rivelato ben più nefasto di quanto si potesse immaginare. La batosta nelle urne per Pd e Fi, del resto, ha superato le aspettative degli stessi due unici vincitori della contesa del 4 marzo. Ma è proprio il quadro di generale disorientamento di questi giorni che agevola l’atteggiamento degli sconfitti che continuano a palesarsi con le stesse sembianze e “strategie” di quando non erano sconfitti. E’ il paradosso delle difficoltà del M5Stelle – soprattutto al Sud – nel farsi percepire come forza di riferimento dei territori che, pure, li hanno incaricati di rappresentare un messaggio forte e chiaro: azzeriamo una classe dirigente che ci ha portato nella palude di un disagio sociale dove le fasce di indigenza sono drammaticamente lievitate, erodendo anche i redditi di quello che un tempo era considerato il ceto di mezzo.