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I numeri dell'economia »

L’analisi dei dati Istat (Indicatori ambientali dei comuni capoluoghi aggiornati al 2016).
Meno rifiuti, ma non cresce la differenziata
In discesa a Salerno città la produzione pro capite. Nel 2012 erano 483,9 chili annui mentre nel 2016 sono 453,2. Ma cala anche la raccolta diversificata (dal 68,2% del 2012 al 62,4% del 2016).

di Alfonso Schiavino

Diminuisce la raccolta differenziata, scema la produzione di rifiuti. Sono 2 dinamiche autonome e opposte – una negativa, l’altra positiva – ambientate nella città di Salerno. Si può fare meglio? Hai voglia! Intanto proviamo a riflettere sfruttando i numeri dell’Istat (Indicatori ambientali dei comuni capoluoghi aggiornati al 2016), che abbiamo rielaborato parzialmente per fare un raffronto di medio periodo e per stilare alcune “graduatorie”. La produzione pro capite di rifiuti scende in maniera costante: nel 2012 erano 483,9 chili annui mentre nel 2016 sono 453,2 (-6,3%). La raccolta differenziata cala dal 68,2% del 2012 al 62,4% del 2016. Quindi abbiamo bruciato l’8,5% e col passo del gambero siamo scivolati sotto l’obiettivo di legge nazionale (65%). Piccola soddisfazione marginale: andiamo meglio di città come Milano, Roma, Torino, Bologna, Firenze e Verona.

In città la produzione pro capite di rifiuti scende in maniera costante: nel 2012 erano 483,9 chili annui (circa 1,3 al giorno) mentre nel 2016 sono 453,2 (circa 1,2). Nel quadriennio, quindi, ci siamo alleggeriti di 30,7 chili all’anno (-6,3%). Il risultato si pone sopra la media nazionale: nel 2016 i capoluoghi hanno creato 552,3 chili di rifiuti pro capite, con un calo sensibile sul 2012 (577,8): -25,5 chili in valori assoluti e -4,4% in percentuale.

La raccolta differenziata.

Vediamo la raccolta differenziata. Salerno nel 2016 ha realizzato il 62,4%. Nel 2012 la quota era 68,2%, quindi nel frattempo abbiamo bruciato 5,8 punti e l’8,5%. Ormai siamo sotto l’obiettivo di legge nazionale (65%) e tocchiamo il livello minimo da quando la modalità porta-a-porta è stata attivata circa dieci anni fa.

Salerno non è mai stata la primatista italiana, come invece voleva far credere lo storytelling municipale, però all’inizio occupavamo una posizione considerevole, mentre nel 2016 ci precedono almeno 38 capoluoghi di provincia. In verità le tabelle dell’Istat ci pongono in posizione più arretrata, ma stranamente l’istituto di statistica considera ancora i numerosi paesi sardi che per un breve periodo sono stati capoluoghi delle bizzarre province, soppresse all’inizio del 2016.

Lo scenario generale.

Ora vediamo i buoni e gli altri. Nel 2016 il record nazionale della raccolta spetta a Treviso: 87,1% e +66% rispetto al 2012. Seguono Belluno 83,6% (+24,4% nel quadriennio), Pordenone 83,5% (+7,3%) e Mantova 82,9% (+104%). Per curiosità annotiamo la quarta posizione di Tortolì: 83,1% (+54%). Il piccolo centro nuorese (popolazione 11mila) era la sede istituzionale della provincia Ogliastra.

Al contrario, lascia perplessi la “lentezza” delle città grandi o comunque importanti: Roma 42%, Milano 57,6%, Napoli 31,3%, Torino 42,1%, Palermo 7,2%, Genova 33,5%, Bologna 46%, Firenze 50,3%, Bari 36,7%, Venezia 57%, Verona 55,3%, Padova 55,2%, Trieste 40,2%, Brescia 49%. Non sono tutte metropoli.

Schiavino- Immagine raccolta differenziata
Buone pratiche
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