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di Concita De Luca*
Maggio 2022. A volte le date sono un necessario punto di partenza per leggere la realtà che ci circonda. Ne rappresentano il contesto storico, la dimensione temporale. E così la Commissione Pari Opportunità dell’Ordine dei Giornalisti della Campania all’alba di questo nuovo anno si è posta un interrogativo: chi oggi sceglie di essere genitore ha vita facile sul posto di lavoro? Possiamo definirci – come categoria – al passo con i tempi e, quindi, in grado di offrire pari opportunità alle giornaliste-mamme? Le storie di donne penalizzate e demansionate che spesso raccontiamo ci riguardano? A rispondere è stata la vita di ogni singola componente. Ed ecco un altro inizio. Un primo timido segnale di un problema rimasto fuori dalle redazioni, lontano dalle pagine dei giornali e sconosciuto al web, se non da sporadiche denunce. La “Motherhood Penalty” c’è e si vede. Anche nel giornalismo. A mantenere la barra dritta di una professione così importante per la stessa democrazia del nostro Paese è il Testo Unico (22 gennaio 2019). Al suo interno sono contenuti 16 articoli che declinano in pieno le regole deontologiche che sono alla base di questo lavoro. C’è, però, un tassello che manca ed è proprio quello sulla “penalità di maternità”. Il progetto, infatti, punta alla promozione della cultura dell’inclusione lavorativa per le madri lavoratrici e all’inserimento di un articolo di tutela delle madri giornaliste nel Testo Unico dei doveri del giornalista.
Così è nata l’idea di realizzare un’indagine studio con un test che è stato pubblicato proprio in questi giorni sul sito dell’Ordine. È il primo in Italia per il settore e mette in luce quanto difficile sia la condizione della donna sul posto di lavoro, anche quando l’azienda decide di tutelare la lavoratrice-giornalista incinta o con figli; non sempre le garanzie a tutela della giornalista applicate dal datore di lavoro trovano riscontro negli atteggiamenti dei colleghi o colleghe, nelle redazione o fuori. Destinatari del test sono tutti gli iscritti all’Ordine: all’interno sono previste domande anche sulla paternità, sulla penalizzazione e sul demansionamento e garantirà l’anonimato.
Il test è stato redatto con il contributo delle docenti Chiara Cannavale, Giorgia Rivieccio, Antonella Rocca, Ilaria Tutore e della dottoressa Anna Bastone del Dipartimento di Studi Aziendali e Quantitativi (DISAQ) dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope e grazie alle direttive fornite da Antonio Sposito, sociologo, presidente nazionale vicario Associazione Sociologi Italiani (ASI). Quanto realizzato è il lavoro corale di tutta la commissione, composta da Titti Improta (presidente); Concita De Luca (vice presidente); Fiorella Anzano, Gabriella Bellini, Veronica Bencivenga, Maria Falco, Titti Festa, Nicole Lanzano, Nunzia Marciano, Marilù Musto, Monica Nardone, Maria Polimeno, Annamaria Riccio, Francesca Salemme, Aurora Torre, Monica Scozzafava, Maria Rosaria Vitiello, Filomena Varvo.
*Vice presidente Commissione Pari Opportunità-Ordine dei Giornalisti della Campania
Parità di diritti