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Le elaborazioni per Il Mattino su dati Istat inerenti alle dinamiche demografiche.
L’età media? Cresce di oltre 5 anni
E i giovani (25-34) nel periodo 1° gennaio 1998/1° gennaio 2018 esprimono un saldo negativo: -34.690 unità.

Questo articolo è apparso sul quotidiano Il Mattino (ed. Salerno) il giorno 14 luglio 2019.

di Paolo Coccorese e Ernesto Pappalardo

Una provincia che invecchia, con un età media che cresce in un ventennio di oltre 5 anni (confermandosi sopra la media regionale) passando da 37,6 a 43,3 e che, soprattutto, è abitata da una popolazione dove le fasce anagrafiche fino a 34 anni sono nettamente inferiori a quelle comprese tra 35 e 65 anni (e oltre). Insomma, anche questo tipo di analisi conferma il declino di un territorio che non è più attrattivo per i giovani. Un solo dato per comprendere bene il fenomeno: se si prende in considerazione la variazione assoluta di giovani tra 25 e 34 anni nel periodo 1° gennaio 1998/1° gennaio 2018, il saldo è negativo e, più precisamente, è pari a -34.690 unità. E’ questo lo scenario che emerge dalle elaborazioni da noi realizzate per Il Mattino su dati Istat.

La composizione della popolazione (gennaio 2018).

Siamo una provincia, come si diceva, che è composta da una popolazione prevalentemente ricadente tra 35 e 64 anni (42,8%). Consistente anche la percentuale di 65enni e ultra 65enni: 20,2%. Nell’intervallo tra 0 e 34 anni si ritrova il 36,9% così ripartito: 0-14 anni, 13,5%; 15-24 anni, 10,9%; 25-34 anni, 12,5%. Se ci soffermiamo sulle variazioni percentuali nel periodo 1998-2018 relative alle singole fasce anagrafiche, ci rendiamo conto ancora meglio della dinamica negativa che ha investito nell’ultimo ventennio la configurazione della popolazione giovanile fino a 34 anni. I residenti tra 0 e 14 anni sono diminuiti del 23,3%, quelli tra 15 e 24 anni del 23,6% e quelli tra 25 e 34 anni del 20,1%. Di contro sono cresciuti i 35-64enni (del 21,1%) e gli ultra 65enni (del 35,6%).

La “geografia” demografica delle sub-aree.

Se scendiamo nel dettaglio delle diverse zone della provincia, si precisano alcuni trend che appaiono collegati alle aspettative di reddito e di qualità della vita. Qualche esempio. La più alta contrazione percentuale nella fascia 0-14 anni (-35,4%) si localizza nel comprensorio Calore, Alburni, Tanagro e Alto-Medio Sele. In questo caso è ipotizzabile lo spostamento di giovani coppie che hanno scelto di fare figli in altre parti della provincia (o fuori provincia) in base a problematiche presumibilmente relative alla collocazione occupazionale. Subito dopo in questo stesso ambito di riferimento troviamo il Cilento-Vallo di Diano (-28,2%). Se analizziamo, invece, l’intervallo 15-24 anni, Salerno-città si caratterizza per il maggiore calo percentuale (-33,2%). Come pure è sempre nel perimetro del capoluogo di provincia che si riscontra la riduzione percentuale più elevata tra i 25-34enni (-34,2%). Si può ragionevolmente sostenere l’idea che questa variazione sia riconducibile anche al fenomeno dei “ragazzi con la valigia”. Al netto, ovviamente, di altri fenomeni demografici da verificare nelle opportune sedi di studio. Se allarghiamo lo sguardo, invece, alla fascia di età 35-64 anni (con il segno più in tutti i sub-comprensori della provincia), la crescita maggiore si è registrata nelle Valli dell’Irno e del Picentino (+42,1%). Tra le motivazioni di questo risultato è da tenere in considerazione il massiccio trasferimento da Salerno di famiglie (giovani e meno giovani) alla ricerca di una casa di proprietà a minor prezzo rispetto a quelle in vendita in città. L’incremento maggiore inerente ai 65enni (e oltre) si individua nella Piana del Sele (+64,1%) ed ancora nelle Valli dell’Irno e del Picentino (+57,2%): anche in questo caso sono ipotizzabili spostamenti dall’area del capoluogo ai comprensori più vicini che hanno concorso a determinare un nuovo contesto abitativo molto spesso interconnesso dal punto di vista della localizzazione del posto di lavoro con Salerno-città. Una nuova aggregazione territoriale che si può identificare con la “Grande Salerno”.

Le variazioni totali.

A livello di variazione totale delle popolazioni residenti, va detto che le uniche sub-aree della provincia che possono vantare il “segno più” sono l’Agro Nocerino Sarnese (+5,3%), la Piana del Sele (+9,9%) e le Valli dell’Irno e del Picentino (+16,5%). Nel caso dell’Agro risulta determinante l’incremento dei 65enni e oltre (+55%) ed un buon tasso di crescita dei 35-64enni (+26,8%). Stessa dinamica nel complesso anche per Piana del Sele e Irno-Picentini, ma in questi due comprensori è sostenibile l’ipotesi di un maggiore e decisivo contributo derivante da processi di migrazione in uscita, come già detto, dalla città capoluogo.

Comuni più “vecchi” e comuni più “giovani”.

Se si arriva al dettaglio dei singoli comuni emergono alcune curiosità. A San Valentino Torio, per esempio, si concentra la più alta percentuale provinciale di popolazione tra 0 e 14 anni (17,4%), mentre la più bassa si ritrova a Valle dell’Angelo (3,9%). La più alta riferita a 15-24enni è a Sanza (13,9%), seguita da Bracigliano (13,2%). Le più basse sempre per questo intervallo anagrafico sono a Campora (4,9%) e Tortorella (5,3%).  A Laviano (17%) e Novi Velia (15,4%) troviamo le percentuali più alte di 25-34enni; le più basse a Sacco (6,9%) e San Mauro la Bruca (8,4%). Quote più alte per 35-64enni a Ispani (45,9%), Montecorvino Pugliano (45,6%) e Baronissi (45%); più basse a Valle dell’Angelo (34,6%) e Sant’Angelo a Fasanella (35,4%). Più 65enni e oltre a Valle dell’Angelo (43,3%), Sacco (41,5%) e Campora (40,4%); meno a San Valentino Torio (12,6%) e Montecorvino Pugliano (13,2%).

agricoltura
Una provincia che si perde per strada
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