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I numeri dell'economia »

“Nonostante il recupero - spinto anche dai rinnovi contrattuali - la dinamica dei redditi familiari in Italia risulta ancora molto meno accentuata rispetto agli altri Paesi Ue”.
Le retribuzioni, crescono ma il divario con l’Europa è ampio
I dati (Istat) segnalano un aumento (2024) del 3,1%. Occupazione a +1,7%, sottolinea Confesercenti, e con “la massa complessiva, in termini reali, a +3,8%, restituendo finalmente potere d’acquisto alle famiglie”.

“Nel 2024 le retribuzioni contrattuali sono tornate a crescere in termini reali. I dati diffusi dall’Istat registrano, infatti, un aumento medio nell’anno appena concluso del 3,1%, a fronte di un incremento dei prezzi al consumo dell’1%, con una variazione reale pari al 2,1%. In un contesto di crescita dell’occupazione dell’1,7%, la massa retributiva complessiva è aumentata in termini reali del 3,8%, restituendo finalmente potere d’acquisto alle famiglie”. E’ questo il quadro delineato dalla Confesercenti. “Nonostante il recupero – spinto anche dai rinnovi contrattuali – la dinamica dei redditi familiari in Italia risulta ancora molto meno accentuata rispetto agli altri grandi Paesi dell’Unione Europea. Secondo i dati elaborati da Eurostat, tra il 2001 e il 2023 il reddito medio annuo pro-capite è cresciuto in Italia del 24,8%, contro il 35,9% della Spagna, il 56,3% della Francia e il 62,5% della Germania. In termini assoluti, nello stesso periodo il reddito medio annuo pro-capite è aumentato di 6.200 euro in Italia, di 8.000 euro in Spagna, di 15.100 euro in Francia e di 17.800 euro in Germania”.  Il reddito medio italiano (oggi 31.200 euro) “risulta inferiore del 33% rispetto a quello tedesco (46.300 euro) e del 25,5% rispetto a quello francese (41.900 euro). Permane un lieve vantaggio sulla Spagna (30.300 euro), ma il divario si è ridotto a soli 900 euro, rispetto ai 2.700 euro del 2001”.

Va detto che “a pesare sui redditi, l’elevata incidenza del prelievo fiscale. La prevista riforma del Fisco avrebbe potuto e dovuto correggere questa distorsione, ma la sua definizione è ancora in attesa, resa ora più complessa dalle recenti correzioni del Pil”.

(Fonte: confesercenti.it/31.01.2025)

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Divario con l'Ue
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