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Il Prof. Persico pubblica su Salerno Eoconomy la lettera inviata a Piero Bassetti prima dell’elezione a sindaco di Milano di Giuliano Pisapia.
Le parole chiave: identità, sviluppo, diversità e complessità
Il Nord - come il Sud - non è più in grado di declinare paradigmi importanti. E i territori appaiono, quasi tutti, perduti nella finanza aggressiva e anarcoide.

Pubblico la lettera che inviai a Piero Bassetti dopo il nostro incontro e prima dell’elezione di Giuliano Pisapia a sindaco di Milano (2011).

di Pasquale Persico

Gent.mo Presidente,

ho in mente di preparare una recensione-saggio del libro di Perulli e Pinchieri con la sua introduzione – e pubblicarla dopo il nostro incontro a Milano – per  rinnovare la proposta di discutere (sempre a Milano) della Questione Meridionale insieme al vostro  Progetto Nord.

Per adesso voglio sottolineare alcuni passaggi importanti della sua relazione introduttiva.

Parlare della crisi italiana e del Nord senza dover parlare del Nord come contrapposizione al Sud è già un bel passo; il rapporto tra Nord e Sud viene dopo l’ipotesi di un percorso potenziale per dare al Nord una nuova soggettività politica, economica ed istituzionale.

Ecco, allora, l’inquietudine, la globalizzazione morde, diventa vorace perché si è legata fortemente alla finanza aggressiva ed anarcoide; accompagnare la produzione ed i bisogni non è lo scopo della globalizzazione come appare oggi, bisogna organizzarsi. I territori si stanno de-territorializzando,  il delirium è  dominante rispetto al solco (le reti).

Il Nord come il Sud non è più in grado di declinare tre paradigmi importanti: Identità e Sviluppo, Identità e diversitàSemplicità e complessità.

Ben vengano – dice lei – studi e ricerche che si pongono problemi di riterritorializzazione, a partire dall’idea di Italia europea. Il ritornello nuovo da inventare deve poter essere danzato, cantato, interpretato e rappresentato con la lettera maiuscola dalle mille identità che la storia ha insediato nella Padania,(finalmente: gli stessi argomenti del Sud?).

In un convegno a Milano presso la Bocconi per mostrare a noi tutti l’identità del Nord, un mio collega ci fece vedere una foto satellitare della Padania avvolta dalla nebbia ed un’altra sulla densità delle illuminazioni notturne, (unica identità).

Quello è un modo per nascondere mille problemi e proporre un percorso ideologico temporaneo.

Il tema della competizione tra aree vaste o tra paesaggi va affrontato e l’enfasi sulle città potrebbe nascondere una dimensione importante, quella delle regioni ecologiche appartenenti alla Padania. Senza una consapevolezza delle ragioni degli insediamenti relativi alla geomorfologia dei luoghi non si va da nessuna parte e la struttura del potenziale dei servizi ecologici territoriali è una dimensione che influenza il lungo periodo in termini di costo di riproduzione del tessuto competitivo urbano. Il territorio urbanizzato è nelle ipotesi di Peter Tayor, a mio parere, sopravvalutato e influenza non poco le ipotesi di Perulli  e Pichierri, che prescindono – quasi – dalle ragioni storiche degli insediamenti. La città è una dimensione mentale e cognitiva importante, la nozione di territorio in Freud ed in Batenson sono decisive.

Come già sottolineato da lei, Bagnasco è il più analitico nel formulare l’ipotesi del Nord come una possibile unità, ma è egli stesso il più attento a sottolineare che questa ipotesi non ha ancora un’anima, non vi è ancora una visione condivisa di senso che possa coniugare il paradigma identità e diversità come caratteristica simile alla Valle delle Orchidee, area vasta, vastissima che ci spiega il perché le ibridazioni sono tutte fertili. Network diversamente da reti o net implica un progetto-processo. Ma per le definizioni, le identità e i nomi vengono dopo.

Ecco, allora, che le eventuali sussidiarietà del Nord verso il Sud e del Sud verso il Nord (come è stato negli anni del miracolo economico) diventano argomenti importanti dentro il tema – a lei caro – delle aree  in cui i diversi local concorrono all’efficacia e all’efficienza delle strutture a polinuclearità globale.

L’enfasi sulla parola città potrebbe essere giusta se in essa includiamo l’idea di sistema ecologico a cui le funzioni urbane sono connesse. L’avvertenza più che mia è di Bagnasco, che sembra molto prudente rispetto agli altri studiosi che invece spingono molto su certezze improbabili.

Termino dicendo che il poeta milanese, Nanni Balestrini, da tempo rinnova il grido di paura sul tema della frammentazione politica ed istituzionale, il cannibalismo tra persone nel suo dramma scenico, rappresentato più volte a Milano, è la visione pessimistica rispetto alla possibilità di riterritorializzare le aspettative della Padania.

La nostra ipotesi deve essere diversa, l’uomo ha la capacità rigenerativa come missione per la sua sopravvivenza, la riproduzione sociale può essere consapevole e lungimirante.

Si pensi a quante poche esperienze ci sono in termini di piani strutturali di Unione di Comuni, a quanto scarsamente strategica è la governance delle città metropolitane e dell’altra città  non urbanizzata.

La speranza della metamorfosi vive con la speranza dell’improbabile e la bellezza delle farfalle ci dice che la ricerca dei colori desiderati è ancora la ricerca da fare per disegnare la città possibile, con un Nord non distante dal Sud, ambedue in sussidiarietà e reciprocità creative.

 

 

 

 

 

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Pasquale Persico
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