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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Davvero difficile pensare che il 2022 sia una bella passeggiata da affrontare con calma e rilassatezza.
La politica si sfida ancora? Ma è già tempo di bilanci . . .
E si insinua il dubbio, più che fondato, che mettere in campo gli interventi delineati dal Pnrr a sostegno della nuova vivibilità del Paese, non sia affatto semplice. Anzi, in molti casi, sarà quasi impossibile. Soprattutto nel nostro Sud.

Come sempre accade quando l’anno volge alla fine, si tenta di fare bilanci – spesso bugiardi – di tirare le somme (stranamente in equilibrio), di provare, insomma, a mischiare le carte, per non ammettere che non è successo assolutamente ( o quasi) nulla di quello che si prospettava o ci si augurava. E, invece, dopo dodici mesi, ci troviamo di fronte uno scenario ricco di strade aperte, che inseguono una vera e propria svolta in senso positivo, nonostante problemi e ritardi ereditati dagli anni precedenti, che – è bene ricordarlo – conducevano a una sequenza di politiche inconsistenti e, soprattutto, orientate da partiti aggrappati al “nullismo” del fare per un solo motivo: sopravvivere, mentre tentavano di tenere in piedi il palcoscenico di una recita che, ormai, si apprestava a raggiungere il termine del baratro economico ( e anche sociale).

E adesso come siamo messi? E’ – davvero – cambiato qualcosa di significativo? Il punto centrale della discussione è ben chiaro: la partita si gioca intorno alle cifre del Pnrr, tra dubbi e perplessità sulla reale capacità di spesa di una macchina amministrativa che fino a questo momento ha solo lasciato immaginare una fondata lentezza nelle decisioni, ma che, soprattutto, proviene da decenni di risultati non conseguiti, non centrati. Ci troviamo ad osservare, quindi, la costruzione di un percorso che, pure, si basa su analisi preliminari condivisibili, ma che al momento dell’azione vera e propria lascia con il fiato sospeso. E’ in questo non facile contesto – con un equilibrio politico tutto da verificare, nonostante le non poche dichiarazioni che sembrano delineare alleanze fondate e cementate (che, in realtà, non pare ci siano) – che prende forma il nuovo anno, con una scadenza molto importante dal punto di vista istituzionale: l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Un banco di prova che ci consentirà di scrutare da vicino come stanno le cose e di capire molto di più di quanto proprio i partiti politici – nell’ansia di conservare aree di potere e di incidenza sempre più ampi di quello che a noi possono apparire – proveranno a camuffare, restando fedeli a un grado di confusione molto radicato.

E’ così che ci affacciamo al nuovo anno, senza dimenticare, sia chiaro, di continuare a combattere con decisione e perseveranza l’imperversare della pandemia, che resta ancora il problema principale da risolvere a livello europeo e mondiale.

In questo contesto, più o meno, è davvero difficile pensare che il 2022 sia una bella passeggiata da affrontare con calma e rilassatezza: è questo un racconto che proprio non aderisce allo stato reale delle cose. Come pure non siamo in condizione di continuare ad alimentare la rissa politica che non trova il tempo di stabilire, almeno, il perimetro delle cose da fare nel più breve tempo possibile, senza spingere – sempre e comunque –  sui tasti di uno scontro che, alla fine, non ha portato a niente di spendibile, prima di tutto il resto, sul piano del rafforzamento e della credibilità dei soggetti protagonisti.

Senza stare a pensare ad analisi e “lezioni” di storia che, in fin dei conti, preludono in ogni caso ad “imminenti” vittorie di una parte o dell’altra, già da non poco tempo avremmo dovuto assistere a una chiarificazione dei diversi contesti politici che, alla fine, ci troveremo di fronte in un vortice di più o meno chiare pretese elettorali.

Insomma, siamo in piena confusione, sebbene non si parli, in concreto, di date e scadenze per le urne. Ma la partita è già pienamente aperta: il Quirinale e la permanenza di Draghi alla guida delle politiche di rinascita del Paese restano i punti prioritari con i quali tutti i protagonisti devono confrontarsi.

Mentre si insinua il dubbio più che fondato, a parlare con amministratori ed esponenti di partito, che mettere in campo gli interventi delineati dal Pnrr a sostegno della nuova vivibilità del Paese, non sia affatto semplice. Anzi, non pochi sostengono che in molti casi sarà quasi impossibile. Soprattutto da queste parti. Nel nostro Sud.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

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