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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Come ritrovare il senso perduto della complessità dell’agire in queste giornate cruciali per il nostro futuro.
La “politica”, Apollo e le ritualità mitiche per uscire dalla crisi
Divinare esterna il concetto di presagio, sintetizza l’arte magica (o la potenza d’intuizione). Ma è proprio così che nelle stanze dove, alla fine, si decide su cose, in qualche modo, sempre importanti, emergono le scelte “strategiche”?

L’interpretazione della politica è diventata sempre più complicata, difficile, a volte affidata a ragionamenti che esulano dalle consuete deduzioni che, invece, dovrebbero orientare materie sempre al centro dell’attenzione. Se si volesse prendere in considerazione, in senso mitologico (ma, in realtà, agganciandosi bene a quanto accade), tutto ciò che assedia le pagine dei giornali, la prima parola che viene in mente – per provare a comprendere come, in realtà, procede la “politica” – è “divinazione”. Divinare esterna il concetto di presagio per ispirazione divina, sintetizza l’arte magica (o la potenza d’intuizione). Forse è proprio così che nelle stanze dove, alla fine, si decide su cose, in qualche modo, sempre importanti, emergono le scelte, le proposte, i provvedimenti. La “mantica” – l’arte della divinazione – è riconducibile al dio Apollo che manifesta la sua sapienza divina anche nella “catarsi”. Un processo che “(…) nella religione greca, nella filosofia pitagorica e in quella platonica, indicava sia il rito magico della purificazione, inteso a mondare il corpo contaminato, sia la liberazione dell’anima dall’irrazionale. In particolare, secondo Aristotele, la purificazione dalle passioni, indotta negli spettatori dalla tragedia (…)”,(https://www.treccani.it/vocabolario/catarsi/). Come pure va ricordata “l’azione liberatrice della poesia che purifica dalle passioni; nell’estetica di Benedetto Croce, il momento supremo dell’intuizione poetica. Con valore più ampio, nel linguaggio letterario, il termine è anche usato col senso generico di purificazione, liberazione dalle passioni (…)”, (op.cit.).

E’ evidente, quindi, che siamo in piena “atmosfera” mitica, immersi nella ricostruzione della storia di Apollo. “Apollo (gr. Απόλλων). Divinità della religione greca, figlio di Zeus e di Leto (Latona). La sfera nella quale esercita la sua sovranità è costituita principalmente dalla musica, dalla medicina, dalla mantica; di qui Apollo è connesso anche con la sapienza filosofica e religiosa, con l’istituzione delle leggi, con la fondazione di città”, (https://www.treccani.it/enciclopedia/apollo/). E va specificato che “attraverso le colonie greche e gli Etruschi, Apollo giunse in Italia e fu accolto a Roma molto presto, senza alcuna identificazione con una precedente divinità romana e con le caratteristiche peculiari di divinità guaritrice e vaticinante (Apollo medicus, Apollo Paean); gli vennero dedicati un Apollinar fuori della Porta Carmentalis, un tempio dopo l’epidemia del 433 a.C. e finalmente (28 a.C.) un tempio sul Palatino, mentre sempre più si identificava con il Sole, secondo una tendenza che già si era manifestata in Grecia nell’età classica”, (op. cit.). E’ da evidenziare che “il Medioevo rappresentò Apollo come dio salvatore e medico, o gli dette una posizione preminente nello zodiaco come dio solare. Il Rinascimento e l’età barocca lo posero al centro dell’armonia universale e amarono rappresentarlo come musico”, (op. cit.).

In altre parole, al termine di questo percorso citazionale e riepilogativo, bisogna riconoscere che siamo davvero nelle mani di Apollo e delle potenzialità catartiche a lui connesse. La politica, insomma, davvero dovrà arrivare ad ispirarsi a queste ritualità mitiche per ritrovare il senso perduto della complessità del suo agire, in un periodo così denso di decisioni strategiche per il nostro futuro?

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

 

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