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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Mentre si procede con i sondaggi, si avverte la sensazione di una fluida “inconsistenza” dell’elettorato.
La corsa confusa e rissosa verso le regionali
Una seria discussione su aspetti fondanti relativi al miglioramento della gestione economica della crisi e delle relazioni internazionali? Lo scenario che si intravede è francamente deludente e si fa fatica a dare un senso evolutivo ai ragionamenti che pure si "intuiscono".

E’, ormai, abbastanza chiaro che ci avviamo verso un periodo di grande confusione politica. L’avvicinarsi delle scadenze per il rinnovo dei consigli regionali – e dei presidenti delle Regioni – si rivela, quindi, ben oltre ogni limite delle analisi e degli approfondimenti. In altre parole, mentre si procede con i sondaggi (difficili in tanti casi da leggere bene e interpretare), si avverte la sensazione di una fluida “inconsistenza” dell’elettorato sempre più spesso orientato dall’agenda del quotidiano piuttosto che da percorsi agganciati  (giustamente) a valori identificabili negli schieramenti. Di conseguenza la spinta verso un orientamento al voto in base alle “esigenze” emerse dalla cronaca dei fatti si palesa come “pratica” diffusa tra i partiti e tra i politici. Ma è solo uno degli aspetti della complessa “guerra” in corso con l’obiettivo di ridisegnare in maniera più strutturalmente sostenibile la “mappa” del governo in Italia.

In queste giornate colpisce non poco, quindi, l’atteggiamento del potenziale elettore sostanzialmente alle prese con un quadro complesso che, però, spesso manifesta di non volere comprendere nelle sue varie articolazioni. In altre parole, si confronta con le parole-chiave e si fa condizionare dalla risposte che gli vengono date, sebbene le conosca molto bene (schieramento per schieramento).

E’ in questo contesto che la campagna elettorale assume caratteristiche imprevedibili, in grado di farla tracimare – in maniera costante – in un disordine alquanto complesso e a volte, effettivamente sorprendente.

Per quanti si attendevano, invece, una seria discussione su aspetti fondanti relativi al miglioramento della gestione economica della crisi e delle relazioni internazionali (con attenzione prevalente rivolta all’Europa e a gli Stati Uniti), lo scenario che si intravede è francamente deludente e molto spesso si fa fatica a dare un senso evolutivo ai ragionamenti che pure si intravedono. Tutto si ingloba – come si accennava – in una confusione generale che può prendere spunto da qualsiasi cosa per approdare alla declamazione dei riferimenti centrali dei singoli partiti. In pochi minuti si può parlare di qualsiasi cosa, condensando argomenti anche molto distanti con assoluta imperturbabilità.

Ma, intanto, i problemi emergono con abbondanza e le soluzioni – o meglio ancora gli interventi ormai non più rinviabili – stentano a prendere forma, magari anche accennata.

Molto facile prevedere il rafforzarsi della consistenza di difficoltà enormi soprattutto in ambito economico/gestionale, con una conseguente contrapposizione politica forte e duratura. Siamo insomma alle solite. Non resta che sperare in una dialettica meno assediante e in decisioni valide e non soltanto strumentali. Un po’ difficile che ciò accada, per la verità.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

@PappalardoE

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Al voto, al voto . . .
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