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Il decimo Rapporto GreenItaly (Fondazione Symbola e Unioncamere) evidenzia la crescita degli eco/investimenti.
In Italia 3,1 milioni di green jobs
L’occupazione nel 2018 è cresciuta di oltre 100mila unità rispetto al 2017 con un incremento del 3,4% rispetto al +0,5% di altre figure professionali.

“La green economy è stata, in questi anni difficili, la migliore risposta alla crisi, una strada che guarda avanti e affronta le sfide del futuro incrociando la natura profonda della nostra economia: la spinta per la qualità e la bellezza, la coesione sociale, naturali alleate dell’uso efficiente di energia e materia, dell’innovazione, dell’high-tech. Una coraggiosa e vincente evoluzione di sistema avviata dal basso, che si basa su investimenti e produce lavoro, sostiene la coesione delle comunità e si intreccia con il territorio”.  In occasione dei dieci anni del Rapporto GreenItaly, “si coglie un’accelerazione verso il green del sistema imprenditoriale italiano con uno studio su oltre 300 storie di economia circolare”. E ancora: “record di eco investimenti nel 2019, anno in cui la quota raggiunge un valore pari a 21,5%, corrispondente a un valore assoluto di quasi 300 mila imprese e di 7,2 punti superiore a quanto registrato nel 2011”. Questi alcuni dei punti sostanziali di “GreenItaly 2019”, il decimo rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere.

I numeri.

“Sono oltre 432 mila le imprese italiane dell’industria e dei servizi – si legge in una nota diffusa dai realizzatori del rapporto – con dipendenti che hanno investito nel periodo 2015-2018, o prevedono di farlo entro la fine del 2019 in prodotti e tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2. In pratica quasi un’azienda italiana su tre, il 31,2% dell’intera imprenditoria extra-agricola”. Nel manifatturiero sono più di una su tre (35,8%). “Solo quest’anno, quasi 300 mila aziende hanno investito, o intendono farlo entro dicembre, sulla sostenibilità e l’efficienza”.

Green economy.

Le aziende di GreenItaly “hanno un dinamismo sui mercati esteri nettamente superiore al resto del sistema produttivo italiano: con specifico riferimento alle imprese manifatturiere (5–499 addetti), il 51% delle eco-investitrici ha segnalato un aumento dell’export nel 2018, contro il più ridotto 38% di quelle che non hanno investito. Queste imprese innovano più delle altre: il 79% ha sviluppato attività di innovazione, contro il 61% delle non investitrici. Innovazione che guarda anche a Impresa 4.0: mentre tra le imprese eco-investitrici il 36% ha già adottato o sta portando avanti progetti per attivare misure legate al programma Impresa 4.0, quelle non investitrici sono al 18%”.

Green Jobs: occupazione e innovazione.

Nel 2018 “il numero dei green jobs in Italia ha superato la soglia dei 3 milioni: 3.100.000 unità, il 13,4% del totale dell’occupazione complessiva (nel 2017 era il 13,0%). L’occupazione green nel 2018 è cresciuta rispetto al 2017 di oltre 100 mila unità, con un incremento del +3,4% rispetto al +0,5% delle altre figure professionali”. La green economy “è anche una questione anagrafica”. Una importante spinta al nostro sistema manifatturiero verso la sostenibilità ambientale “è impressa dai giovani imprenditori: tra le imprese guidate da under 35, il 47% ha fatto eco-investimenti, contro il 23 delle over 35”. Green economy come “cura sociale”: “il 56% delle imprese green sono imprese coesive, che investono cioè nel benessere economico e sociale dei propri lavoratori e della comunità di appartenenza relazionandosi con gli attori del territorio (altre imprese, stakeholder, organizzazioni non profit, ecc.); tra le imprese che non fanno investimenti green, invece, le coesive sono il 48%”.

Leadership europea nelle performance ambientali.

Le imprese di GreenItaly, incluse le Pmi, “hanno spinto l’intero sistema produttivo nazionale e il Paese verso una leadership europea nelle performance ambientali”. Oltre 430mila imprese “hanno dato all’Italia una leadership nella sostenibilità che possiamo misurare constatando che il nostro sistema industriale, con 14,8 tonnellate equivalenti di petrolio per milione di euro prodotto, è il secondo tra quelli dei grandi Ue per input energetici per unità di prodotto: dietro alla Gran Bretagna (13,7, che ha però un’economia guidata dalla finanza) ma davanti a Francia (15,6), Spagna (17,3) e Germania (17,8)”.

L’attenzione delle imprese all’ambiente si legge anche nella crescita dei brevetti green in Italia: “complessivamente 3.500 (10% dei brevetti europei). Con un aumento del 22% nel periodo 2006-2015, e una dinamica in controtendenza rispetto ai brevetti in generale”. L’Italia “è il terzo Paese al mondo, dopo Cina e Giappone e davanti a Spagna, Germania, Francia ma anche Usa, per numero di certificazioni ISO 14001”.

(Fonte: unioncamere.gov.it/ 28.10.2019)

 

 

 

 

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