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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Unica certezza? Ci attende il solito, magnifico e inutile racconto: la campagna elettorale, almeno dopo agosto (così ci stanno spiegando), si manifesterà.
In cerca di futuro, ecco la vera “sorpresa” del 2022
I problemi, le emergenze? Restano, ci sono. “Ma le affronteremo, insieme, dopo”. Questa frase - ascoltata più volte in paradossali giornate - delinea quanto sta accadendo.

Futuro.

“agg. e s. m. [dal lat. futurus, part. futuro di esse «essere»]. – agg. Che sarà o verrà in seguito; che, rispetto al presente, deve ancora avvenire (…)”.

“Il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno: prevedere, indovinare, predire il f.; leggere nel f.; pensare al f.; l’incertezza del f.; speranze per il f., ecc.; locuz. avv. in futuro, nel tempo avvenire (…)”.

(https://www.treccani.it/vocabolario/futuro/#).

In queste giornate, mentre ha preso il sopravvento la stagione  estiva, con ondate di caldo più che consistenti, ci siamo accorti che – nonostante le due emergenze “strutturali” permangano nella nostra quotidianità (la pandemia con il ritmo di questi mesi, ma, in ogni caso, ben presente e la tragica guerra in Ucraina) – si profila quello che un tempo era, davvero, uno dei passaggi più alti e sentiti della nostra vita di comunità: il turno delle elezioni politiche. Evento ancora più determinante, se consideriamo le condizioni complessive nelle quali arriviamo a questo appuntamento, che resta, in ogni caso, sostanziale, l’unico capace di ribadire con chiarezza – anche attraverso l’affermazione di una pratica così consistente come il non-voto – che cosa, in realtà, siamo diventati e vogliamo diventare (almeno a livello di intenzioni). Ed è proprio questo aspetto, così importante da diversi punti di vista, che ci mette davanti allo specchio e ci fa porre qualche domanda, che merita una risposta o, come appare in molti casi, una non-risposta. Perché – nell’unica certezza che chi scrive è in grado di esprimere – è davvero difficile comprendere bene che cosa sia realmente accaduto nella giornata che, in fondo, sarà ricordata per una questione primaria: i partiti – anche quelli più convinti (?) della validità dell’esperienza-Draghi – hanno rotto tutti gli argini aprendo le porte di un ritorno rapido (il 25 settembre) e veloce alle urne. Ma lo stesso Draghi aveva già ben compreso che, nonostante gli sforzi, questa classe politica non aspettava altro. Insomma, l’esperienza di essere guidati da una personalità tra le più competenti e coerenti con quanto si doveva fare per  salvarci – economicamente (un “traguardo” per niente semplice da raggiungere) e sanitariamente (anche qui, sebbene le cose fossero andate molto meglio, rimaneva e rimane un cammino da fare), veniva troncata e a dir poco archiviata senza troppe oscillazioni.

Non ci è voluto molto a capire che questo passaggio ha scatenato il “peggio” che, in realtà, era già pronto a riprendersi tutto quello che aveva perso in un periodo nel quale aveva dovuto assicurare (per dovere istituzionale, potremmo dire) la presenza, null’altro.

Molteplici le interpretazioni dei fatti accaduti, veramente divertenti molte ricostruzioni: ma, in fondo, nessuno ha percepito con esattezza il percorso che si delineava davanti a noi. No, anzi. Ha preso quasi subito piede la “fantasia”, la voglia di rimettersi in pista, di ritornare a “fare politica”, a mobilitare “militanti” e “simpatizzanti”, a cercare popolarità, consensi.

Insomma, si è subito passati ad esaltare un postulato molto rilevante: l’importante è vincere, ma vincere e comandare, naturalmente.

E la pandemia, i debiti, il Pnrr? Senza dubbio sono le priorità di tutti, c’è un governo attualmente al lavoro. C’è Draghi che porta avanti il confronto e attua le decisioni da prendere in base alla “realtà”, che non aspetta, va avanti: i prezzi salgono, l’inflazione è ben presente, gas, benzina e quant’altro restano a minare le tasche delle famiglie.

Ma, almeno, durante la stagione dei bagni – più o meno due mesi – lo spettacolo, anche abbastanza spensierato (incredibile, ma è così), resta un altro: le elezioni. I problemi, le emergenze? Restano, ci sono. “Ma le affronteremo, insieme, dopo”. Questa frase – ascoltata più volte in paradossali giornate – delinea effettivamente quanto sta accadendo.

Cosa accadrà? Difficile dirlo. Sondaggi abbastanza frequenti e ben delineati. Ma anche necessità di arrivare a convincersi (in molti casi a comprendere) fino in fondo che, al di là degli schieramenti, è necessario partecipare, esprimersi, indicare la propria volontà perché il momento che stiamo attraversando è uno dei più complicati da affrontare e superare. Nonostante le mille “ricette” che pure rimbalzano da un giornale a una televisione, fino ai social e anche ai manifesti di una volta.

Unica certezza? Ci attende il solito, magnifico e inutile racconto: la campagna elettorale, almeno dopo agosto (così ci stanno spiegando), si manifesterà. Ma intanto c’è la tv. Meno male. Così la nostra “tanto attesa” estate passa più in fretta.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

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(Er.Pa.) – Salerno Economy va in ferie. E’ stato un anno durante il quale il progetto – che ha preso forma il 4 gennaio del 2012 – ha manifestato ancora una costante vitalità. I qualificati e approfonditi contributi hanno reso la nostra pubblicazione un appuntamento che, settimanalmente, regala interventi, analisi, commenti estremamente interessanti. Grazie da parte mia a tutti coloro che ritengono Salerno Economy uno spazio adeguato e attento a recepire proposte sempre stimolanti, oltre che competenti. E grazie a tutti voi, che continuate a leggerci. Grazie e appuntamento con la newsletter a venerdì 2 settembre 2022.

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