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Il 70 per cento del commercio al dettaglio è stato “vittima del taccheggio”.
Illegalità, 30 miliardi di danni alle imprese
Indagine Confcommercio su contraffazione e abusivismo. “Nel 2019 il 30,5% dei consumatori ha acquistato un prodotto contraffatto o ha usufruito di un servizio illegale”.

“In Italia la contraffazione è in continua crescita: nel 2019 quasi un consumatore su tre (30,5%) ha acquistato un prodotto contraffatto o usufruito di un servizio illegale (+3,7%  rispetto al 2016 e +4,9%  in confronto al 2013). Sul fronte delle imprese del commercio e dei servizi, il 66,7% si ritiene danneggiato (era il 65,1% nel 2016), ma soprattutto il costo dell’illegalità si eleva a oltre 30 miliardi di euro, mettendo peraltro a rischio circa 200mila posti di lavoro”. Questi alcuni dei dati più significativi che emergono dall’indagine Confcommercio su illegalità, contraffazione e abusivismo. Nel capitolo dedicato alla contraffazione emerge che “è in aumento rispetto al passato l’acquisto illegale di abbigliamento (+9,4% sul 2016), prodotti farmaceutici (+2,8), prodotti di intrattenimento (+1,5), pelletteria (+0,4) e giocattoli (+0,3). In crescita l’utilizzo del web, in prevalenza per  giocattoli (+12,1%), prodotti di pelletteria (+10,5) e capi di abbigliamento (+9)”.

Si considera che attraverso il web “passa gran parte dell’intrattenimento (89% della musica, film, abbonamenti tv, eccetera) e quasi la metà (47,9%) dei servizi turistici (alloggio, ristorazione, trasporti) illegali”. Per la maggior parte dei consumatori “l’acquisto di prodotti o servizi illegali è sostanzialmente legato a motivi di natura economica (82%) ed è ritenuto normale (73%), una tendenza diffusa in prevalenza tra i giovani tra i 18 e i 24 anni”.

Oltre il 90% dei consumatori “è consapevole dei rischi dell’acquisto illegale e degli effetti negativi di questo fenomeno.  Il  66,8%, in particolare, è informato sul rischio di incorrere in sanzioni amministrative in caso di acquisto di prodotti contraffatti. Il consumatore illegale ha più di 25 anni, risiede principalmente al Sud (per il 43,7%), ha un livello d’istruzione medio-basso (per il  77,2%), ed è soprattutto impiegato, pensionato o operaio (per il 69,7%)”.

Per quanto riguarda le imprese del terziario di mercato “l’indagine evidenzia che i fenomeni criminali percepiti più in aumento sono contraffazione (34,8%), abusivismo (34%), furti (29%) e rapine (25%). La concorrenza sleale (60,8%) e la riduzione del fatturato (37,8%) sono invece gli effetti ritenuti più dannosi”. Per quanto riguarda il cosiddetto “taccheggio” “il 69,3% delle imprese del commercio al dettaglio ne è stato vittima almeno una volta, un dato più forte nel Nord Ovest (75,5%) e nel Centro (73,6%). Sostanzialmente stabile la percentuale di imprese che ne ravvisano un incremento (24,1% nel 2019 in confronto al 23,2% del 2016)”. Il 55,8% degli esercizi commerciali “si è dotato di misure anti-taccheggio (+3,2 punti rispetto al 2016)”.

(Fonte: confcommercio.it/ 26.11.2019)

 

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