I numeri dell'economia »
Questo articolo è stato pubblicato mercoledì 31 gennaio 2018 sul quotidiano “Il Mattino” (Edizione Salerno).
di Paolo Coccorese e Ernesto Pappalardo
L’evidenza dei dati conferma in pieno il problema dell’eccessiva concentrazione in estate delle presenze di turisti e visitatori nel nostro territorio. Non è un problema – va sottolineato – soltanto delle aree del Sud, ma, sicuramente, in queste zone il fenomeno è molto più significativo anche in considerazione della mitezza del clima anche nelle altre stagioni dell’anno. Nel caso specifico della provincia di Salerno, il tasso di turisticità (indicatore Istat: le presenze negli esercizi ricettivi in relazione al numero di residenti) complessivo nel 2015 è stato pari a 5,15 pernottamenti per residente a fronte di una media regionale di 3,22. Se, però, restringiamo il campo di indagine ai mesi non estivi – escludendo quindi il periodo giugno/settembre, sempre del 2015 – si scende a 1,03 (media regionale: 1,24). Più di 4 pernottamenti in meno per abitante. A conferma di una parabola troppo in picchiata, si aggiunge la quota di presenze turistiche negli esercizi ricettivi nei mesi non estivi rispetto al totale annuo: in provincia di Salerno si attesta al 20%. Si tratta del valore più basso in termini percentuali dell’intera regione. Non solo più basso, quindi, della media/Campania (38,5%), ma di tutte le altre province: Avellino (60,2%), Benevento (59,5%), Caserta (52,5%) e Napoli (45,8%).
L’oscillazione delle presenze.
Il quadro strutturale di questa dicotomia dell’economia turistica provinciale evidenzia, naturalmente, una forte oscillazione delle presenze negli esercizi alberghieri ed extra alberghieri e apre uno squarcio significativo sul cosiddetto mercato potenziale che non viene intercettato. Se prendiamo in considerazione appunto le presenze nel 2015 nelle cinque province della Campania e le relative posizioni occupate in questa specifica graduatoria nazionale, ci rendiamo conto che la nostra provincia è capace di passare da oltre 4 milioni e 500 mila presenze in estate a circa 1 milione e 140 mila presenze nel resto dell’anno, perdendo tra un periodo e l’altro qualcosa come 15 posizioni (dal 14° al 29° posto). Un fenomeno “ondulatorio” che non si verifica nelle altre provincie, a cominciare da Napoli che accusa una flessione di 1 milione di presenze. Caserta, Avellino e Benevento fanno segnare, invece, un’inversione positiva di tendenza, aumentando proprio nei mesi non estivi le presenze (sebbene rimanendo nelle posizioni basse della classifica, eccetto Caserta che per l’effetto/Reggia raggiunge il 66° posto nel segmento della graduatoria che riguarda i mesi non estivi: +20 posizioni).
Le graduatorie nazionali del tasso di turisticità.
Su base annua, il tasso di turisticità premia in Campania la provincia di Salerno con il valore già citato di 5,15, che la colloca al 47° posto in Italia. Ma, come sempre, è bene considerare la distanza dai primi tre della classe, solo per rimanere nel perimetro del podio: Bolzano (56,65), Rimini (45,69), Venezia (39,89). Ancora più siderale la distanza, ovviamente, se ci soffermiamo sulla classifica relativa ai mesi non estivi. In questo caso la provincia di Salerno precipita al 66° posto (1,03) e viene scavalcata da Napoli con 1,78 (41° posto). Vale la pena anche in questo caso dare un’occhiata alle prime tre province e ai loro indicatori: Bolzano (28,14), Trento (14,23) e Aosta (13,69).

Presenze troppo "concentrate" d'estate