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Il punto di Arpocrate. Lo Stato “negligente” e i non luoghi dei migranti

di Pasquale Persico

Lo Stato “negligente” attraverso il decreto sicurezza sembra guardare solo all’immigrazione con una grave miopia politica. Ed, invece, un rilancio forte della govenance multi-scalare potrebbe essere il presupposto per parlare di sicurezza; ciò è evidente dall’esame delle problematiche emerse in tempi recenti, purtroppo, a Genova (il ponte e il dissesto idrogeologico). Ma è la negligenza dello Stato – nelle sue diverse articolazioni – che dovrebbe fare emergere il tema della sicurezza nella sua complessità più generale: da quella delle scuole a quella degli ospedali fino alla (non) manutenzione del patrimonio culturale, solo per citare alcuni aspetti più rilevanti. E, invece, l’anima del decreto sicurezza sembra concentrarsi solo sulle colpe originarie del migrante; perché sei partito e sei venuto in Italia? Tu non sei di “ qui”  e la comunità deve diventare, in qualche modo, immune da te. L’atto di emigrare diventa, nel decreto, un “peccato originario” e, suo malgrado, il decreto consente un continuo rimbalzo tra accusa ed auto-accusa. Comunque siano andate, esso mette in discussione le cose, e dice: quali che siano le tue vicissitudini, la storia della tua famiglia, le condizioni del tuo Paese, anche se sei stato costretto, tu devi rispondere delle tua scelta che è atto politico avverso e la migrazione è, comunque, sospetta.

E così, come in passato, un Governo incapace di determinare l’ammontare degli investimenti necessari ad affrontare i veri temi della sicurezza – ad esempio anche quella alimentare, oltre che quella ambientale – ci intrattiene sul risparmio di spesa connesso alla sicurezza delle comunità endogene ed italiche; un falso che nega la diversità culturale dell’Italia immersa negli attraversamenti di popoli e nella stratificazione  dei saperi accumulati.

Così lo straniero che porta altro è costretto a subire la sua tragedia individuale. Al punto che la sua “inesistenza” diventa doppia: nel luogo di partenza ed in quello di arrivo. Pare quasi che il principio ispiratore del nuovo decreto sicurezza sia quello di fare “sparire” gli immigrati, magari moltiplicando i luoghi di nessuno, i campi profughi come limbo della storia che prende la forma dell’avversità.


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