contatore visite free skip to Main Content
info@salernoeconomy.it

La notizia del giorno »

Il Punto di Arpocrate. Il Ministro Salvini, Macron e i pescatori di perle
Le nazionali di calcio nel mostrarsi come popolazioni ibridate hanno insegnato alle nazionali poco ibridate dalla storia come queste ultime possano rischiare l’estinzione come soggettività istituzionali e politiche.

di Pasquale Persico

Forse non c’era necessità per il ministro Salvini di schierarsi con la Croazia nelle scelte calcistiche relative al campionato del mondo proprio quando Germania e Francia aprivano un credito a favore della possibilità di accogliere rifugiati “certificati” dall’Italia in quota europea. Non si chiederà a Salvini di cantare la canzone del pescatore di Fabrizio De André, ma sicuramente ha dovuto e saputo riconoscere la necessità di accogliere la richiesta di sbarco di donne e bambini. L’Europa è l’Europa delle Nazioni che molto tempo fa hanno deciso di riconoscersi come Nazioni che insieme producono nuovi beni, anche se sarà difficile uscire facilmente dai nazionalismi, e così il pescatore di perle di Bizet torna in campo per insegnare la necessità della visione ampia, del sogno che emerge sia dalla storia della nazionale croata che da quella francese. La loro è un’ibridazione tra popoli che ha mostrato l’importanza dei colori diversi dei giocatori come frutto non di un sogno ma di una realtà che la storia produce per farci superare le identità consolidate, che, spesso, ci impediscono di vedere oltre.

E così le nazionali di calcio nel mostrarsi come popolazioni ibridate hanno insegnato alle nazionali poco ibridate dalla storia come queste ultime possano rischiare l’estinzione come soggettività istituzionali e politiche. La lezione riguarda anche Macron che ha dovuto riconoscere i pescatori di Bizet e De Andrè per applaudire la sua nazionale e i suoi pescatori di perle.


Back To Top
Cerca