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Il Punto di Arpocrate/ Dieta mediterranea e ingredienti, ripartiamo dalla manutenzione del paesaggio

di Pasquale Persico

Marino Niola ed Elisabetta Moro, studiosi riconosciuti di livello internazionale, ricordano il lavoro di un’altra coppia famosa – Angel Keys e Margaret Haney – nel loro ultimo libro, “I segreti della Dieta Mediterranea” (Il Mulino). Nel dare risalto al loro Museo Virtuale sulla Dieta Mediterranea, fanno un viaggio nel paesaggio gourmet, raccontando ricette con ingredienti “tipo Mediterraneo” proposte da cuochi stellati o super noti. Ci propongono, quindi, un viaggio  sul “Mito del cibo Italiano Mediterraneo”. Plauso per l’operazione: grande attenzione, bisogna prestare, alla manutenzione del paesaggio degli ingredienti della Dieta Mediterranea, che è fatto di ambiente, naturalità e ruralità. Questo paesaggio è ben presente nei pensieri di Keys e nel Giuramento di Ippocrate, tende a sparire ma rinasce nel bel libro – “Arte della Medicina-Ippocrate” – a cura di Carlo Coreno, una storia molto complessa. Il ricettario dei due scienziati completi – appena citati, Keys ed Ippocrate – ribadisce che la natura è al centro del discorso, con la sua rete ecologica da riconoscere. La stabilità del benessere delle popolazioni va connessa alle stagioni, al caldo ed al freddo (il Mediterraneo è area mitigata); in definitiva, l’ambiente ed il suo paesaggio, la sua funzionalità ecologica sono al centro della riflessione. Sono soprattutto acque e aria, che hanno un ruolo importantissimo. Prima della diagnosi – per Ippocrate e Keys – bisogna accertarsi della posizione della popolazione insediata,  rispetto ai venti e al sole, delle acque, del suolo (se arido o boscoso), del lavoro dei residenti (se sono persone miti come gli asiatici o bellicosi come gli europei). Un altro scienziato del Cilento – Mario Siervo,  da molti anni in Gran Bretagna – a Cambridge ha avuto la possibilità di dimostrare che la dieta, gastronomia equilibrata, con ingredienti tipo Mediterraneo per i nutrienti, è molto efficace come medicina preventiva, con influenze immunologiche.

Allora? Non allontaniamoci troppo dal vantaggio competitivo  rappresentato dalla manutenzione del paesaggio degli ingredienti mediterranei  di cui parlano Keys e Ippocrate, giochiamoci tutti insieme, come europei della Macroregione Mediterranea, la carta della residenzialità come esperienza culturale e di apprendimento, piuttosto che moltiplicare i presidi commerciali come sola operazione di marketing dei prodotti tipici, che fanno bene alle esportazioni (forse), ma non allo sviluppo equilibrato.

La Macroarea mediterranea europea ha bisogno di investire ancora in reti ecologiche ad efficacia complessa, come presupposto residenziale desiderato, in imprese e persone, anche per le opportunità di trasferimento per smart working (42.000 nell’ultimo anno, Svimez). Questi nuovi residenti equivalenti devono poter godere della nuova medicina territoriale che rinnova il giuramento di Ippocrate e l’amore di Ancel Keys: Breve è la vita, Lunga è l’arte;  la medicina territoriale è una medicina di comunità, consapevole dell’abitare i luoghi a manutenzione ambientale elevata e persistente.


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