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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

E’ in questo attimo storico che prende forma un contesto nuovo, che mette in moto una serie di cambiamenti di vario genere.
Il melonismo? Ora sperimenta il trumpismo (e il muskismo?)
Non è solo una questione economica - che rimane in piedi tutta intera: la Banca d’Italia ha comunicato che (novembre 2024) il debito pubblico ammontava a 3.005 miliardi e che su ogni italiano gravano 51 mila euro) - ma di vera e propria riscrittura di quella che si può definire geografia della politica internazionale e nazionale.

Mentre il mondo, senza perdere troppo tempo, prova a sedimentare e ad agganciare, con rinnovato entusiasmo, il destrismo – la opzione governativa della destra rimodulata in varie formule – forse è utile provare a rendersi conto del ritmo incalzante che, a guardare bene, hanno assunto i tanti cambiamenti nella politica, sia, anche più apparentemente, a livello locale che nazionale e internazionale. Il flusso è costante e chiaro, e prende forma quotidianamente, fino a mettere a fuoco, quasi con specifico e didattico approfondimento, i contorni delle personalità che hanno assunto un ben determinato ruolo e appaiono destinate ancora a meglio posizionarsi. Non vi è dubbio, a prescindere dalle presenze (o meno) alla kermesse dell’insediamento trumpiano a Washington, che il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, si è già ben distinta da altri leader europei, ed è stata lì negli Usa, a ribadire una precisa scelta italica che sembra prescindere da ogni cosa, dallo stesso destrismo per esempio: l’Italia è americana (politicamente), giusto per evidenziare bene il quadro che ha preso forma. Se, poi, è anche destrista e trumpista, può essere un’altra opzione da meglio approfondire, ma il melonismo tiene sicuramente ben conto, come le immagini hanno scandito, del trumpismo e anche del muskismo. Se, poi, andiamo a calare il quadro nel contesto politico più partiticamente italiano, tutto quello che sta accadendo – negli Usa, in Medio Oriente, in Russia, in Ucraina e tanto altro ancora – ci rendiamo conto che siamo in un momento molto complicato o addirittura cruciale, se così si può dire. Non è una questione soltanto di centralità economica – che rimane tutta intera, giusto per riprendere con la dovuta precisione il nostro prioritario problema: la Banca d’Italia ha comunicato che (novembre 2024) il debito pubblico ammonta più o meno a 3.005 miliardi e che su ogni italiano grava, appunto, un debito di 51 mila euro), ma di vero e proprio accantonamento (temporaneo?) – di riscrittura di una materia complicata, quella che si può anche definire geografia della politica internazionale e nazionale . E’ in questo attimo storico che prende forma un contesto nuovo, che mette in moto una serie di cambiamenti di vario genere, che, almeno così può sembrare, si ripercuoteranno su questa parte d’Europa, che in questo momento non è affatto pronta. Ecco il punto nodale che affiora e che i vari leaderismi dovranno prendere in considerazione, forse distaccandosi, qualche volta, dai propri leaderismi effervescenti e guardano un po’ più lontano.

A cominciare – e non può essere questa la più evidente contraddizione – dai debiti (molti) e dai crediti (pochi) che noi abbiamo sul tavolo. Intanto, però, tira aria di festa, come hanno già compreso in Canada e al Polo Nord, o anche a Panama. Ma pareva solo uno scherzo politico.

Intanto, noi ci siamo affidati, così abbiamo deciso, a una nuova “religione” – con Trump (e anche Musk?) – che guarda avanti e procede, su quale strada lo capiremo presto.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

 

 

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