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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Che cosa accadrà in Campania tra poco tempo, quando si voterà per la Regione (e per il suo presidente)?
Il “grande” accordo e il vento freddo delle periferie
Il punto vero è che tutti, più o meno, manifestano di credere ad un cambiamento e, soprattutto, sperano di non assistere al crollo davanti ai loro occhi di quella che i dirigenti del partito (il Pd) continuano ad indicare come vera (e unica) soluzione praticabile.

Il periodo di confusione continua. D’altro canto non è difficile rintracciare “opacità” o, in ogni caso, tentativi di mettere a posto una generale contraddizione che sembra prendere forma nell’aria ogni momento. La verità è che il popolo di sinistra assiste frastornato al tentativo della sua classe dirigente (si dice ancora così?) di dare una sterzata a quanto stava accadendo prima di tutto a se stessa, senza che mai giungesse la possibilità di porre mano ad un cambiamento, per così dire, “esistenziale”. Ma d’altro canto quante sono le possibilità di agganciare un percorso utile nell’universo di quest’Italia così lontana ( o così vicina) al resto dell’Europa? In questi primissimi giorni di governo-Conte sono tante le domande che dovrebbero essere poste a quanti fanno parte del cosiddetto ponte di comando di quello che una volta – non molto tempo fa – avevamo definito centro-sinistra (con trattino o senza trattino, ormai non fa più differenza). Eppure si avverte la sensazione che assumerebbero subito la parvenza dell’inutilità: quanti, in silenzio, attendono di capire bene come funziona davvero questo governo e come è capace di affrontare le questioni che, pure, ancora si accavallano dalle parti del Sud? Può bastare la discussione in atto – ma esiste una discussione vera e propria o, invece, tutto viaggia su binari che non sembrano destinati ad incontrarsi? – sul modo di confrontarsi e, soprattutto, di affrontare diecimila problemi che attendono di essere risolti?

Il punto vero è che tutti, più o meno, manifestano di credere ad un cambiamento e, soprattutto, sperano di non assistere al crollo davanti ai loro occhi di quella che i dirigenti del partito (il Pd, chiaramente) continuano ad indicare come soluzione che era praticabile fin dopo l’esito delle urne.

La sensazione è che il “grande tentativo” è stato messo in campo – da una parte e dall’altra – sapendo bene che non c’erano altri margini di cambiamento e che la strada era una sola: provare a non affondare di nuovo nelle sabbie di un voto che continua a punire la sinistra e a non capire la grande confusione che regna nel Pd, al netto delle parole “chiare” che i leader si impongono di distribuire ai militanti.

Resta la curiosità di capire fino in fondo dove approderanno i 5 Stelle che hanno messo in disparte l’alleanza con il centrodestra. Verso quale direzione stanno realmente viaggiando? Tutto pare andare verso le “cose” che vanno fatte sulla base del calcolo dei rapporti di forza in grado di contrapporsi alla destra salviniana (che con l’appoggio di Fratelli d’Italia può contare su numeri notevoli, nonostante quanto accaduto in un mese di agosto per molti versi ancora incredibile a leggerlo dal punto di vista politico/partitico).

E’ del tutto evidente che a sinistra e, per il momento, dalle parti dei 5 Stelle, ora intendono governare e non rinunciare facilmente alla possibilità di captare consenso, senza stare a chiedersi che cosa sia mai accaduto nella confusione del post-voto.

Insomma, sembra che la corsa alla ricerca del consenso e della mediazione sia avviata a tutta forza con la speranza di non incanalarsi in qualche deriva che, alla fine, porterà inevitabilmente ad uno scontro ancora in atto tra Pd e 5 Stelle, per esempio, in Campania. Che cosa accadrà nella nostra regione tra poco tempo, quando si voterà per la Regione (e per il suo presidente)?

Non mancano, quindi, contraddizioni e contrapposizioni che stridono con l’immagine di un governo ben coeso ed operativo. Contraddizioni e contrapposizioni che è davvero difficile vedere sciogliersi in pochi mesi.

direttore@salernoeconomy.it

@PappalardoE

 

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