GLOCAL di Ernesto Pappalardo »
Il debito pubblico sale (3.000 miliardi) ma, ora, può essere importante tenere conto che, fino a questo momento, lo spread non supera i livelli del 2021. In ogni caso la quota di debito pubblico, va detto, è superiore al Pil e l’Italia rientra tra le aree geografiche con il debito più alto: per dire, 78 miliardi (di euro) in interessi (calcolo effettuato relativamente al 2023) e che risulta in contrazione, ma che comprime le diverse manovre che il governo ritiene applicabili. Va detto che l’Italia risulta in possesso di un piano di rientro del debito già condiviso dall’Ue. La Banca d’Italia ha individuato in 23,9 miliardi l’incremento del debito (in crescita a novembre su ottobre): le disponibilità liquide del ministero del Tesoro (20,9 miliardi) e il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (3,2 miliardi). I 3.000 miliardi sono, quindi, 51.000 euro di debito a testa. Ciò detto: La Banca d’Italia sottolinea che “il debito pubblico in termini nominali presenta variazioni del suo valore da un mese all’altro solitamente al rialzo nel corso dell’anno; le riduzioni sono più rare, di solito in mesi dove si concentrano le principali scadenze tributarie”. E evidenzia il tragitto del debito nel periodo della post-pandemia. Nel triennio 2021-23 il debito nominale è aumentato di circa 292 miliardi, da 2.678 miliardi a 2.868, “in rapporto al Pil è sceso di oltre 19 punti percentuali”, dal 154,3% al 134,8. Il valore, dice il Mef, si muove verso il 135,8 nel 2024 e il 135,9 nel 2025, evidenziando un lieve calo dell’indebitamento netto. Per quanto riguarda le entrate fiscali, nel mese di novembre, se si fa riferimento al dato contabile del bilancio dello Stato, si configurano in 51,7 miliardi, (-0,1% per cento rispetto al 2023). “Nei primi undici mesi dell’anno scorso le entrate tributarie sono state pari a 504,3 miliardi, in aumento del 5,0 per cento (24,2 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.
Per sostenere il debito, partita non semplice, occorre lavorare concretamente per la crescita: il debito va fronteggiato, sempre e in ogni caso.
Un rischio sottolineato dalla Commissione europea si configura nei ritardi per l’attuazione del Pnrr, che potrebbe colmare le non poche lacune nelle politiche di bilancio dell’Italia. Perché se si inserisce lo scenario italiano nel contesto più generale, gli Usa intravedono “un boom di breve termine”, l’Europa “per il terzo anno consecutivo” risulta essere “l’area più debole” e “la spinta della Cina è attesa in rallentamento”.
Ernesto Pappalardo

Ma come pesa il debito pubblico