contatore visite free skip to Main Content
info@salernoeconomy.it

Lo speciale 1 »

Contribuisce a contrastare le evidenze patologiche della steatosi epatica non alcolica.
Il caffè? Fa bene alla salute
Secondo un recente studio di matrice universitaria il consumo regolare della bevanda produce effetti positivi sull’attività del fegato, garantendo la giusta energia quotidiana.

di Maristella Di Martino

Ci sono tanti falsi miti che ci fanno evitare molti alimenti o bevande per l’errata convinzione che facciano male. Chi l’avrebbe mai detto, dunque. Il tanto demonizzato caffè fa bene al fegato. Irrinunciabile rito sociale non solo nell’Italia del Sud ma ormai in tutto il mondo, è l’occasione perfetta che ci fa stare a contatto con gli altri staccando dai ritmi quotidiani ed è diventato un diktat che ci fa riprendere fiato anche solo per qualche minuto dopo una giornata di stress. E poi, udite udite, è ottimo pure per la nostra salute. Ovviamente non abusandone mai. Ne sono convinti i ricercatori dell’Università di Napoli, città simbolo di questa eccellenza, che dimostrano come un consumo sostenuto e regolare di caffè apporti benefici soprattutto a chi soffre di steatosi epatica non alcolica, ossia una malattia che comprende un ampio gruppo di patologie: dal fegato grasso (steatosi epatica) alla Nash (steatoepatite non alcolica) fino alla cirrosi che ne rappresenta lo stadio più avanzato.

I benefici del caffè.

E’ stato selezionato un campione di 3 gruppi di topi nutriti per 12 settimane nel primo caso seguendo una dieta standard, nel secondo un regime ricco di grassi a cui è stato aggiunto il consumo di caffè e nel terzo con grassi e la stessa bevanda ma stavolta decaffeinata: si è alla fine compreso che a fare la differenza è proprio quest’ultima. E’ stato verificato che si abbassano i livelli di alanina aminotransferasi, un enzima che aumenta nel sangue quando il fegato è danneggiato così come il grasso all’interno delle cellule epatiche nonché la sofferenza dovuta ai fenomeni di degenerazione balloniforme che possono manifestarsi in chi soffre appunto di steatosi epatica non alcolica.

Il perché.

Tutto ciò sembrerebbe collegato alla capacità del caffè di aumentare i livelli di zonulina, una proteina che influisce sugli enterociti (cellule che costituiscono la parete intestinale) provocandone una riduzione della permeabilità. Sempre secondo gli studiosi, per avere un discreto beneficio se si pesa circa 70 chilogrammi, si dovrebbero consumare 4 tazzine al giorno di caffè.

Immagine caffè Lo Speciale 1
"Magico"
Back To Top
Cerca