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I numeri dell'economia »

I risultati che emergono dalle elaborazioni dei dati Mef-Dipartimento delle Finanze.
Redditi, in un anno i salernitani perdono 611 euro
L’importo medio dichiarato nel 2017 si attesta a 15.498 euro: il 25% in meno della media nazionale e il 6,2% in meno della media campana (e ben l’11,4% in meno della media della provincia di Napoli). Positano si conferma al primo posto fra tutti i comuni della provincia (24.700 euro).

Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) lunedì 15 aprile 2019.

di Paolo Coccorese e Ernesto Pappalardo

Il reddito medio dichiarato dai salernitani in un anno – dal 2016 al 2017 – decresce di oltre 600 euro (611 per la precisione, -3,8%) e si attesta a 15.498 euro: il 25% in meno della media nazionale e il 6,2% in meno della media campana (e ben l’11,4% in meno della media della provincia di Napoli). Anche se va detto che rispetto ai livelli pre-crisi (2007) è aumentato di 1.185 euro (circa 170 euro in più rispetto alla media della Campania). In questo caso, però, il divario con il dato medio nazionale è notevole: in Italia il reddito pro-capite dichiarato nel 2017 è cresciuto di 2.035 euro rispetto al 2007. In sintesi: in 12 mesi (2016/2017) il reddito si contrae in maniera abbastanza sensibile, mentre in 10 anni aumenta, ma con un gap percentuale di oltre 2,5 punti (+8,3% contro +10,9%) rispetto al trend nazionale. Evidenti, quindi, le problematiche legate ai livelli occupazionali e al tasso di crescita del valore aggiunto.

Se si entra nel merito delle “perfomance” dei singoli comuni, Positano si conferma al primo posto fra tutti i comuni della provincia con un reddito medio dichiarato nel 2017 di 24.700 euro e – in forte controtendenza rispetto al quadro provinciale – in crescita di ben 1.155 euro (+4,9%). Nella parte bassa di questa particolare graduatoria si posizionano esclusivamente comuni dell’area a Sud del capoluogo, ed in questo caso all’ultimo posto troviamo Rofrano con 9.339 euro pro capite (-805 rispetto al 2016).

Sono queste le evidenze principali derivanti dalle elaborazioni dei dati Mef-Dipartimento delle Finanze (pubblicati nei giorni scorsi) che abbiamo realizzato per Il Mattino.

Il “flusso” dei redditi e la mappa della ricchezza.

Se si segue il “flusso” dei redditi si consolida la “geografia” della nuova e più ampia area metropolitana (“Grande Salerno”) che fa riferimento al capoluogo. In quest’area la città di Salerno dichiara nel 2017 il reddito medio annuo pro capite più alto (22.673 euro), sebbene in contrazione. Se si esclude il bacino della Costa di Amalfi  (17.475 euro) – che fa storia a sé perché dal punto di vista economico e produttivo risulta più orientato verso la Penisola Sorrentina in un unicum straordinariamente attrattivo a livello mondiale (“The golden coast”) – dietro Salerno si consolida l’area della Valle dell’Irno e dei Picentini. La zona, cioè, che rappresenta l’agglomerato dove vive la maggior parte dei residenti in provincia che quotidianamente frequentano per motivi di lavoro il capoluogo e che, quindi, tendenzialmente si pongono nella sua scia anche dal punto di vista reddituale (sebbene ancora a notevole distanza). Stesso orientamento, sebbene meno marcato, si ritrova allungandosi verso la Piana del Sele (14.722 euro di reddito medio annuo). In altri termini, è intorno al capoluogo (a Nord e a Sud) che emergono le fasce di reddito più consistenti della provincia, in una sorta di contiguità positiva di standard economici delle famiglie. Mentre nell’Agro Nocerino Sarnese Nocera Inferiore (17.110 euro) rafforza il ruolo di centro di servizi e uffici per un’area a vocazione agroindustriale e manifatturiera di estrema rilevanza per l’economia dell’intera provincia e della stessa regione Campania.

Nell’area a Sud del capoluogo è ancora molto evidente la difficoltà nel mettere a sistema l’ineguagliabile ricchezza del patrimonio naturale, valorizzando, in primo luogo, la relazione tra la zona costiera e il retroterra. Va in ogni caso sottolineato come negli ultimi anni si stia procedendo ad  un’impostazione di livello regionale sicuramente indirizzata sui giusti binari della connessione – infrastrutturale, ma non solo – tra giacimenti ad alto potenziale in termini di capacità di soddisfare la domanda di varie tipologie di turismo.

Le differenze tra sub-aree provinciali.

All’interno del perimetro della provincia di Salerno si ravvisano non poche differenze. L’area del capoluogo – Salerno città – è quella dove i contribuenti hanno dichiarato nel 2017 il reddito mediamente più alto, 22.673 euro, ma accusando il colpo di 487 euro in meno rispetto al 2016. Subito dopo Salerno, il comprensorio con il reddito più consistente è – come da dinamica consolidata – la Costa d’Amalfi con 17.475 euro (-449 euro rispetto al 2016). Seguono: le Valli dell’Irno e del Picentino con 14.957 euro (-581); l’Agro Nocerino Sarnese con 14.919 euro (-706); la Piana del Sele con 14.722 euro (-555); il Cilento e il Vallo di Diano con 13.268 euro (-884, la contrazione più alta rispetto a tutte le altre zone sub-provinciali); e Calore, Alburni, Tanagro e Alto-Medio Sele con 11.997 euro (-705).

I comuni di riferimento nelle sub-aree provinciali.

E’ interessante individuare all’interno delle singole aree sub-provinciali i comuni con il reddito più alto. Nell’Agro Nocerino Sarnese Nocera Inferiore (17.110 euro) precede Roccapiemonte (16.686) e Scafati (15.431). Nel Calore, Alburni, Tanagro e Alto e Medio Sele è Contursi il comune più ricco (15.125 euro), seguito da Serre (13.675) e Piaggine (13.604). Nel Cilento e Vallo di Diano sul gradino più alto del podio c’è Vallo della Lucania (17.865), seguita da Ispani (17.424) e Agropoli (16.525). In Costiera Amalfitana alle spalle di Positano (24.700) si collocano Amalfi (19.193) e Praiano (18.364). Nella Piana del Sele Battipaglia (16.105) precede Pontecagnano Faiano (14.893) e Eboli (14.451). Infine, nelle Valli dell’Irno e del Picentino Pellezzano (18.483) anticipa Baronissi (16.872) e Fisciano (15.977).

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