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Lo speciale 1 »

La tavola rotonda organizzata dal Centro Studi Formazione e Lavoro con i rappresentanti di Confindustria e Confcommercio.
I giovani imprenditori scommettono sul futuro
Resilienza, riforme e formazione, i tre punti cardine per delineare il percorso che deve condurre le nuove generazioni a un rapporto più costruttivo ed efficace con il mondo dell’occupazione.

Finito il tempo dei se e dei ma, il mondo delle imprese lancia la sua sfida. E lo fa partendo da un assunto: bisogna immaginare il futuro per costruire il presente. Riccardo Di Stefano, presidente Giovani Imprenditori Confindustria; Andrea Colzani, presidente Giovani Imprenditori Confcommercio; Maurizio Goetz, imagination Design Coach; Elios Li Greci, Hr Senior Consultant e Giancarlo Tanucci, presidente Federformazione sono stati i relatori della tavola rotonda organizzata dal Centro Studi Formazione e Lavoro, diretta da Imma Stizzo. Un confronto a più voci che ha puntato dritto all’obiettivo: gettare le basi per un nuovo modo di rispondere – con efficacia e efficienza – alle richieste dei mercati. Minimo comun denominatore, la formazione.

Le parole pronunciate da Draghi nel discorso al Senato hanno lasciato una traccia e lo stesso presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Riccardo Di Stefano, le riprende nel suo intervento. “L’impulso del nuovo presidente del Consiglio sembra segnare un cambio di passo: l’unità nazionale si rinsalda attraverso il dialogo con gli attori sociali. Confindustria è consapevole di rappresentare un comparto che fin qui ha tenuto, alcuni comparti ne escono distrutti, altri sommano alla pandemia le difficoltà connaturali al settore”. Per Di Stefano sono tre i punti fermi per ripartire: il piano di vaccinazioni, la resilienza e le riforme. “Sulle vaccinazioni siamo presenti perché è necessario garantire la sicurezza; sulle riforme ci siamo, il Recovery Plan è una leva di rilancio straordinaria ma allo stesso tempo anche un enorme rischio di debito cattivo che andrebbe a pesare sul futuro”. A proposito dei giovani l’assonanza è con il lavoro. “Sono necessarie riforme per il lavoro come quella degli ammortizzatori sociali. C’è bisogno di riorganizzare le aziende che dovranno licenziare e al tempo stesso assumere nuove competenze. Ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro sono le prime cose per fare ripartire il lavoro. Abbiamo presentato tante proposte e mi auguro che siano prese in considerazione”.

Di Stefano non ha dubbi quando definisce “il capitale umano una risorsa straordinaria”, che, però, sta diventando il “tallone di Achille”. Una ricetta potrebbe essere “ripartire dalle discipline Stem, ancora poche donne si formano sulle competenze scientifiche e tecnologiche, aumentando, così, il gender gap”. Parlando degli Istituti Tecnici Superiori, Di Stefano ribadisce che sono uno “strumento straordinario”, poi, snocciolando dati, aggiunge che “almeno l’80% degli studenti trova lavoro nei primi 12 mesi, ma questo tipo di scuola paga scotto di una mancanza di appeal nella fase dell’orientamento. Proprio per questo si sta pensando ad un naming nuovo in modo da fare percepire ciò che offre veramente”.

Per il presidente dei Giovani Imprenditori Confcommercio, Andrea Colzani, il 76% degli imprenditori sa bene che bisogna investire in nuove competenze e che è necessario puntare sull’innovazione, non solo digitale. “Siamo di fronte ad una nuova normalità e in questo senso mi sento di dire che dobbiamo inquadrare un contesto nel quale il commercio è il settore al quale l’avanzata dell’economia digitale presenterà il conto di una riconversione che non è rimandabile e, al tempo stesso, è ricca di opportunità”. L’80% delle imprese ancora non vende on line, il 14% lo fa attraverso un proprio sito interno. Il mondo dei social è “abitato” dal 50% delle piccole e medie imprese. La pandemia ha fatto da acceleratore tanto che nel food reatil in dodici mesi sono stati tagliati i traguardi previsti in cinque anni.

Altro capitolo affrontato da Colzani – durante l’incontro on line del Centro Studi Formazione e Lavoro – è stato quello del blocco dei licenziamenti. “Stiamo vedendo una realtà diversa da quella che avremmo dovuto rilevare; è necessario immaginare per il futuro una lotta alla disoccupazione e dobbiamo, quindi, pensare di rendere occupabili coloro che potrebbe perdere il posto. In questo contesto c’è una sola parola d’ordine ed è formazione. Quando parliamo di formazione – e penso al mondo delle Pmi – mi viene in mente la riprogettazione di quei processi che il digitale consente. Non sempre, però, una Pmi ha la possibilità da sola di sostenere investimenti che vadano in questa direzione. Di contro c’è una nuova consapevolezza. Con le risorse che dovrebbero arrivare e con le riforme è  alle porte un’opportunità storica che non tornerà molto presto. È necessario fornire gli strumenti giusti nell’ambito delle politiche legate alla formazione in modo da consentire al mondo dell’istruzione di incontrare ulteriormente quello delle imprese”.

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I protagonisti del confronto
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