GLOCAL di Ernesto Pappalardo »
“L’amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di imporre dazi generalizzati per tutti i Paesi che hanno scambi commerciali con gli Usa del 20%” (come è poi, puntualmente, accaduto). La notizia, apparsa qualche giorno fa sul Wall Street Journal, poneva il problema centrale che in questo momento di forte incertezza riguarda se abbia già ampiamente richiesto (o no) dazi personalizzati su ogni specifico partner commerciale, come invece sembra essere stato. Il programma tariffario prende, come appare, in considerazione le diverse scelte disponibili, mantenendo in terra americana la promessa fatta di mettere mano all’economia con nuove imposte. Il piano tariffario “reciproco” del 2 aprile, in origine, si era posto l’obiettivo di pareggiare le tariffe statunitensi con quelle di altre nazioni come ha già scritto il Wall Street Journal. Ma come è predisposta ad agire l’Europa? Alla luce dei contatti che Bruxelles ha avuto con i governi nazionali: ascoltare i Paesi membri e predisporre controdazi è ritenuto (ed è) fondamentale. L’importante, tengono a spiegare, è che la risposta “sia ben calibrata, mirata, tempestiva” e abbia il giusto impatto “sull’economia statunitense, minimizzando le ripercussioni su quella europea”. Il presidente americano ha anticipato che le tariffe riguardano, in pratica, tutti i Paesi. Intanto, va ricordato, che le fobie per i dazi made in Usa hanno preventivamente affondato le Borse asiatiche ed europee, riaprendo la corsa degli investitori a scegliere l’oro, che ha toccato (il 31 marzo) il nuovo massimo storico (3.127,9 dollari l’oncia). Senza parlare dei forti cali già registrati in Asia – Tokyo ha perso il 4% e Hong Kong l’1,1% – anche le Borse europee sono andate in affanno: Milano ha ceduto (sempre il 31 marzo) il 2% (maglia nera in Europa), Francoforte e Parigi sono scese dell’1,5% e Londra dell’1%. Mentre a New York scivolano i future su Wall Street con quelli sul Nasdaq in calo dell’1,4%. “Tutti questi cambiamenti politici aggressivi e disordinati che abbiamo visto dall’amministrazione Trump, stanno avendo impatti economici negativi”, ha evidenziato Katrina Ell, direttore della ricerca economica di Moody’s Analytics, citata da Bloomberg. “Ed è per questo che stiamo vedendo una crescita piuttosto aggressiva delle probabilità di una recessione negli Usa. Stiamo entrando in un quadro preoccupante”. Il petrolio, intanto, si conferma fiacco dopo che sempre Trump ha fatto riferimento a “tariffe secondarie” sul petrolio russo (e su chi lo acquista), senza una tregua con l’Ucraina.
Su questa situazione è intervenuto il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, nella relazione sul bilancio 2024: “L’incertezza a livello globale resta elevata, alimentata dalle persistenti tensioni geopolitiche e commerciali. Questo contesto penalizza gli scambi internazionali e accentua la frammentazione dell’economia mondiale, contribuendo al rallentamento dell’attività produttiva”. Il governatore ha anche evidenziato che “l’economia europea, già segnata dalla stagnazione del settore manifatturiero, risente in modo particolare di queste dinamiche a causa della sua forte esposizione al commercio estero”. Le decisioni di politica monetaria, per Panetta, si devono porre l’obiettivo di bilanciare due fattori: “Da un lato, la debolezza dell’economia europea e le tensioni geopolitiche stanno frenando consumi e investimenti, contribuendo a contenere l’inflazione. Dall’altro lato, l’aumento dell’incertezza – dovuto soprattutto agli annunci, talora contraddittori, sulle politiche commerciali degli Stati Uniti – impone cautela nel percorso di diminuzione dei tassi ufficiali”.

Il Governatore Fabio Panetta