GLOCAL di Ernesto Pappalardo »
La sensazione è che la strada scelta dal presidente Usa Trump per mettere a regime e piegare i dazi alla strategia americana, ora viaggia da sola, con pochi (probabilmente nessuno) alleati disposti a manifestare apertamente un consenso che rischia di costare parecchio, anche in termini di immagine politica, oltre che dal punto di vista del reale impatto economico. Insomma, la scossa a stelle e strisce si è sentita bene, molto bene, ma a parte qualche stratega incompreso, non ha indotto altri a schierarsi con Trump. E lo stesso Trump ha dovuto capire che non è, poi, così facile giocare con il mondo intero e rimanere comodamente seduti sulla poltrona più ambita della Casa Bianca. Per esempio, l’’Unione europea valuta, anzi è pronta a prendere in considerazione – se nulla di concreto accade – lo strumento anti-coercizione (Anti-Coercion Instrument, Aci), meglio noto come “bazooka” per fronteggiare “pratiche di coercizione economica da parte di Paesi terzi”. E’in vigore dal dicembre 2023, non utilizzato finora, comprende alcune misure che hanno come obiettivo prioritario la “deterrenza”, la prevenzione di atti che minacciano le scelte sovrane dell’Ue o degli Stati membri e che hanno impatti diretti sul commercio o sugli investimenti. Ogni misura deve corrispondere all’interesse specifico dell’Unione, tenendo insieme l’impatto economico coerentemente con altre politiche Ue. Le procedure prendono in considerazione scadenze abbastanza indicative e non attualmente proponibili: quattro mesi per l’analisi della Commissione, tra otto e dieci settimane per la decisione del Consiglio, sei mesi per valutare le contromisure. Secondo il Financial Times, l’Italia è contraria a Parigi e Berlino che chiedono alla Commissione Ue di utilizzare lo strumento anti-coercizione in un ambito già ben definito per colpire i servizi tecnologici statunitensi: la bilancia commerciale è in favore degli Usa, è, quindi, una mossa proprio per reagire ai dazi statunitensi. Ma Italia, Romania, Grecia e Ungheria, potrebbero formare una minoranza qualificata contraria e mettere in campo una scelta che si rivelerebbe decisiva. Va detto che Aci non è uno strumento per colpire un Paese specifico, ma è una pratica di diritto internazionale e non interferisce con il sistema di risoluzione delle controversie dell’Organizzazione mondiale del commercio.
In altre parole, prendendo in considerazione la definizione del regolamento europeo, “la coercizione economica si verifica quando un Paese extra-Ue tenta di influenzare decisioni politiche dell’Unione o di uno Stato membro con pressioni per via commerciale”. Lo strumento consente all’Ue di reagire attraverso un sistema ben strutturato, che inizialmente prevede un dialogo iniziale con il Paese coinvolto: seguono misure di risposta proporzionate e temporanee. La crisi diplomatica tra Cina e Lituania – nel 2021 dopo l’apertura a Vilnius di un ufficio di rappresentanza di Taiwan con la scritta Taiwan e non Taipei – è stata alla base della creazione dello strumento. Pechino declassò i rapporti diplomatici e ostacolò le esportazioni lituane (la Lituania fu addirittura rimossa dal suo sistema doganale. In sintesi, gli strumenti non sembrano mancare, il gioco di Trump continuerà per molto tempo?

La "guerra" Usa suscita più di un interrogativo