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Confesercenti-Swg (giugno 2016) il 62 per cento dei vacanzieri italiani ha scelto una località costiera per le sue ferie annuali. Si tratta della percentuale più elevata degli ultimi nove anni: per incontrare un valore superiore, infatti, è necessario risalire al 2007 (64%).
Ma a fronte di un vero e proprio “assalto” nelle settimane cruciali di fine luglio e della prima metà di agosto, ci si ritrova pochi giorni dopo in piena sindrome dell’abbandono.
Permangono vecchi mali strutturali che, però, non sembrano ancora alimentare dinamiche sinergiche pubblico/privato in grado di consentire il “salto” di qualità (e di quantità) che, pure, analisti ed esperti del settore ritengono più che possibile. Anzi, indispensabile per attivare maggiore redditività ed innalzamento dei livelli occupazionali.
Se si vanno a calcolare le percentuali di turisti che “intrecciano” gli itinerari “rimbalzando” da una Costiera all’altra, ci si ritrova con percentuali molto contenute di spostamenti da una Costa all’altra: 0,2% (sul totale dei turisti stranieri) in relazione al percorso Costa d’Amalfi-Cilento, e 0,5% per quello Cilento-Costa d’Amalfi (fonte Banca d’Italia).
A guidare i comuni più premiati dalla spesa straniera si posiziona Amalfi (114 milioni e 723 mila euro), seguito da Positano (105 milioni e 739 mila euro). A notevole distanza si colloca Salerno (41 milioni).
Tra gli indicatori più importanti rientra quello della cortesia (accoglienza e simpatia degli abitanti). Quali sono i residenti (e gli operatori) più simpatici a contatto con i turisti stranieri (almeno secondo la ricerca Bankitalia)? Sarà una “coincidenza”, ma quelli percepiti come più “distratti” sono quelli dei comuni dove la spesa pro-capite è più alta. La graduatoria della simpatia è guidata da Castellabate.
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La stagione estiva in corso si conferma – come preannunciavano tutte le proiezioni rese note nei mesi scorsi – più rosea che mai, soprattutto per i territori che hanno la fortuna di avere a disposizione la risorsa/mare. Perché l’estate 2017 è l’estate del mare. Qualche numero per rendersi conto di come stanno andando le cose. Secondo l’analisi previsionale Confesercenti-Swg (giugno 2016) il 62 per cento dei vacanzieri italiani ha scelto una località costiera per le sue ferie annuali. Si tratta della percentuale più elevata degli ultimi nove anni: per incontrare un valore superiore, infatti, è necessario risalire al 2007 (64%). Ma nell’indagine ci sono anche altre osservazioni molto importanti. All’aumento di bagnanti, fa da contrappeso la diminuzione di vacanzieri in città d’arte o metropoli estere, scelta fatta quest’anno solo dall’14% dei viaggiatori contro il 18% dello scorso anno. Stabile al 10%, invece, la quota delle persone che si rilasseranno in montagna. E’ in questo contesto nazionale che occorre collocare punti di forza e criticità dell’economia turistica provinciale. Tra i primi spiccano – senza dubbio – una “dotazione” paesaggistica ed ambientale delle due Costiere (Amalfitana e Cilentana) e ed un’offerta ricettiva variegata in grado di attrarre target molto diversi per orientamento alla spesa e per tipologia di vacanza; tra le seconde rientrano storici ritardi infrastrutturali (soprattutto a Sud del capoluogo di provincia) ed una non ancora ben articolata proposta integrata sui mercati internazionali (ed interni). Il risultato è sotto gli occhi di tutti: a fronte di un vero e proprio “assalto” nelle settimane cruciali di fine luglio e della prima metà di agosto, ci si ritrova pochi giorni dopo in piena sindrome dell’abbandono. Vecchi mali che, però, non sembrano ancora alimentare dinamiche sinergiche pubblico/privato in grado di consentire il “salto” di qualità (e di quantità) che, pure, analisti ed esperti del settore ritengono più che possibile. Anzi, indispensabile per attivare maggiore redditività ed innalzamento dei livelli occupazionali. Una lampante riprova di quanto siano ancora lontane le “convergenze virtuose”? Se si vanno a calcolare – per esempio – le percentuali di turisti che “intrecciano” gli itinerari “rimbalzando” da una Costiera all’altra, ci si ritrova con numeri davvero esigui, per non dire risibili. Basta dare uno sguardo alle quote percentuali molto contenute di spostamenti da una Costa all’altra: 0,2% (sul totale dei turisti stranieri) in relazione al percorso Costa d’Amalfi-Cilento, e 0,5% per quello Cilento-Costa d’Amalfi (fonte Banca d’Italia).
Il budget per l’estate 2017.
“Qualunque sia la destinazione – si legge sempre nell’analisi della Confesercenti – i vacanzieri terranno più sotto controllo la spesa: il budget medio previsto per persona è di circa 970 euro, in leggero aumento (+5%) rispetto ai 925 euro rilevati nel 2016. Il fattore economico sarà la principale discriminante per chi invece resterà a casa: oltre la metà (58%) di coloro che non si sposteranno questa estate ha indicato quale motivo principale la mancanza di risorse, mentre solo l’8% resterà a casa durante i mesi estivi per andare in vacanza fuori stagione. Anche chi andrà in vacanza, comunque, guarderà al portafoglio, scegliendo soprattutto in base alle disponibilità economiche (46%), oltre che in relazione alla sicurezza del luogo prescelto (10%).
Il metodo per misurare pregi e difetti.
Se gli stranieri possono essere individuati come i “giudici” più severi dell’offerta provinciale, è possibile delineare una “mappa” dei pregi e dei difetti riscontrati e segnalati nelle interviste contenute nell’Indagine campionaria sul turismo internazionale realizzata ogni anno dalla Banca d’Italia, che prende in considerazione le risposte dei viaggiatori in transito alle frontiere italiane. Di tale set di dati sono state analizzate le risposte fornite nel corso del 2015 e del 2016 (e pubblicate nel maggio 2016 e nel maggio 2017) di quanti sono giunti in uno dei comuni della provincia di Salerno per motivi personali (es. turismo, viaggi di nozze, ecc.) e non per lavoro.
La spesa totale nei singoli comuni.
Se si elaborano i dati aggregati riferiti alla spesa totale nei singoli comuni, le entrate più significative si registrano in Costiera Amalfitana, con due eccezioni relative al Cilento: Capaccio-Paestum (al nono posto nella specifica “top ten”) e Centola-Palinuro (al decimo posto). A guidare i comuni più premiati dalla spesa straniera si posiziona Amalfi (114 milioni e 723 mila euro), seguito da Positano (105 milioni e 739 mila euro). A notevole distanza si collocano quindi Salerno (41 milioni e 367 mila euro, in larga parte dovuti alla scelta strategica degli stranieri di pernottare qui per raggiungere le varie località della provincia e della regione, dimostrata pure dalla elevata durata media del loro soggiorno nel capoluogo, pari a quasi 9 notti), Maiori (22 milioni e 549 mila euro), Ravello (21 milioni e 778 mila euro), Praiano (9 milioni e 854 mila euro), Vietri Sul Mare (9 milioni e 632 mila euro), Minori (6 milioni e 199 mila euro), Capaccio-Paestum (4 milioni e 945 mila euro) e Centola-Palinuro (4 milioni e 484 mila euro).
La spesa pro-capite giornaliera nei singoli comuni.
Il comune nel cui perimetro gli stranieri spendono di più (in media al giorno) è Positano (200 euro). Seguono: Ravello (178), Amalfi (153), Maiori (150), Minori (148), Praiano (98), Vietri Sul Mare (98), Centola-Palinuro (91), Furore (89) e Conca dei Marini (85).
Il giudizio sulla qualità dell’accoglienza.
Tra gli indicatori più importanti rientra quello della cortesia (accoglienza e simpatia degli abitanti). Quali sono i residenti (e gli operatori) più simpatici a contatto con i turisti stranieri (almeno secondo la ricerca Bankitalia)? Sarà una “coincidenza”, ma quelli percepiti come più “distratti” sono quelli dei comuni dove la spesa pro-capite è più alta. La graduatoria della simpatia è guidata da Castellabate (9,75) e si articola nel modo seguente: Praiano (9,33); Ravello (9,31); Agropoli (9,20); Capaccio/Paestum (9,17); Minori (9,17); Salerno (9,07); Maiori (9,00); Amalfi (8,93); Positano (8,58). In questo caso la media complessiva della provincia è pari a 9,04.
Le caratteristiche vincenti.
Se analizziamo le singole caratteristiche premiate dai turisti stranieri, ci rendiamo conto che non mancano alcune singolarità. Per esempio, Minori è la destinataria dei voti più alti in merito alla qualità della città e delle opere d’arte che è in grado di rendere fruibili per i turisti stranieri (9,49) e per l’ambiente naturale nel quale è immersa (9,79). Centola-Palinuro (8,77) risulta in vetta, invece, per le possibilità di alloggio che complessivamente è in grado di offrire all’utenza dei visitatori stranieri. In questo caso, appare chiaro come le opportunità a disposizione del turismo alternativo alla catena dell’ospitalità tradizionale – campeggi e villaggi in primo luogo – abbiano fatto la differenza. E’ Ascea il comune nel quale i pasti e la cucina in generale sono stati più apprezzati (9,50), mentre ancora Centola-Palinuro spicca per la convenienza dei prezzi e del costo della vita (7,58), in contrapposizione a Ravello, dove si spende di più (6,35). A Maiori lo scettro per la qualità delle informazione e dei servizi per i turisti (8,59). Si rivela, infine, per tanti aspetti “illuminante” il confronto tra questi indicatori in riferimento alle due Aree Vaste. Per Città/Opere d’Arte prevale la Costiera Amalfitana sul Cilento (9,01 vs. 8,65), come pure per Paesaggio/Ambiente Naturale (9,51 vs. 9,27). Perfetta parità per Alberghi/Alloggi (8,51 vs. 8,51). Ancora Costiera Amalfitana avanti per Informazioni/Servizi ai Turisti (7,82 vs. 7,19). Parti invertite, infine, con il Cilento più gradito agli stranieri per Pasti/Cucina (9,11 vs. 9,06) e per Prezzi/Costo della Vita (7,39 vs. 6,95).
Paolo Coccorese
Ernesto Pappalardo