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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Siamo entrati nella giusta prospettiva che disegna il nuovo mondo dell’occupazione.
E’ l’ora dello smart working, il lavoro entra a casa
Prende forma nelle Pubbliche amministrazioni “l’individuazione di una disciplina del lavoro agile per via contrattuale”. Al centro di questo percorso si rafforza la flessibilità organizzativa.

Mentre la realtà quotidiana sembra più o meno totalmente avvolta nella ricerca di soluzioni efficienti per portare a termine il ciclo di vaccinazioni – a tutti – e mentre la pandemia desta forte preoccupazione, emerge sempre più la complessa e difficile questione economica e occupazionale. La differenziazione tra i settori che vivono cicli importanti, espansivi – come il mondo dell’information technology, la logistica e i trasporti, la grande distribuzione e  la filiera dell’agroalimentare – e gli altri che, invece, vedono il susseguirsi di ondate negative, determina una nuova condizione dell’economia con notevoli riflessi prima di tutto sociali, ma anche sul cambiamento dei profili richiesti dalle aziende chiamate in questo momento a dare risposte qualificate e operative. In tutte le ricerche pubblicate di recente si fa riferimento alla domanda di operatori della sanità – con varie specializzazioni – e con competenze nell’ambito dell’assistenza sociale, di profili in grado di lavorare nei servizi per la formazione di personale, di addetti per l’industria agroalimentare. In altre parole, la crisi ha riscritto le materie-base del mercato del lavoro, spingendo in primo piano professioni e capacità operative che a partire da oggi si riveleranno fondamentali per rispondere al mutamento ormai accelerato in questo ultimo anno di crisi.

Se il quadro è questo appena descritto, è evidente che si stanno riscrivendo le coordinate del mercato del lavoro soprattutto in riferimento alle generazioni più giovani, che si trovano di fronte una forte accelerazione delle prospettive legate alle modalità di inquadramento del rapporto che devono e possono avviare.

In questo contesto prende forma in maniera preponderante lo “smart working”, il “lavoro agile”, che, naturalmente, procede con speditezza sulla strada del superamento di vincoli – di orario o di sede fisica – prediligendo e coltivando il percorso in fasi, promuovendo gli obiettivi ai quali tende il datore di lavoro in accordo con il dipendente o con la risorsa. Questa forma di relazione offre un supporto al lavoratore per mettere insieme le esigenze della sua vita privata con quelle professionali, tendendo a sostenere ( e a migliorare) la sua capacità produttiva. In questo modo entrano in campo coordinate fondamentali rispetto al contesto che si è andato determinando, in particolare, in questi ultimi dodici mesi: prima di tutto la flessibilità organizzativa, e, in primo luogo, la volontarietà delle parti che stringono l’accordo. Ma il punto evidente che ha preso forma sempre più sostanziale riguarda gli strumenti che sostengono il “lavoro da remoto”: computer portatili, smartphone e tablet assumono, quindi, rilevanza prioritaria e rafforzano la natura “informatica” della relazione lavorativa.

E’ in questo ambito che la parità di trattamento – tra chi lavora in smart working e chi prosegue ordinariamente – si conferma una forma di garanzia assolutamente non discutibile, prevedendo la tutela dei lavoratori in caso di infortuni e malattie professionali.

Segnale estremamente rilevante arriva dal patto per potenziare la Pubblica amministrazione, anche in considerazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi e dal ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Tra i punti che vanno sicuramente evidenziati rientra la flessibilità organizzativa delle Pa e “l’incremento – scrive Palazzo Chigi – della loro rapidità di azione come obiettivi fondamentali di un processo di rinnovamento che le parti si impegnano a perseguire, con particolare riferimento a tre dimensioni: il lavoro, l’organizzazione e la tecnologia”. E in questo ambito “l’individuazione di una disciplina del lavoro agile (smart working) per via contrattuale è un elemento qualificante di questa strategia e va nella direzione auspicata dalle organizzazioni sindacali sin dall’inizio della crisi pandemica”.

Siamo, quindi, entrati nella giusta prospettiva che disegna il nuovo mondo del lavoro. Una partita che potrà, senza dubbio, mettere e rimettere in gioco milioni di persone.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

 

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