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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Le idee più "influenti" e circolanti? Occorre, in effetti, non "invocare soltanto un cambiamento ma attuare un cambiamento".
Draghi/pensiero, equilibrio e destra-centro dominante
La “semplificazione” del contesto politico attuale non pone alcuna esigenza di considerare da vicino, quasi urgente, la proposta di un nuovo “format” per essere, eventualmente, pronti a governare.

Il punto centrale – di fronte alla situazione che si è creata in seguito alle votazioni politiche dello scorso settembre e alle dinamiche che ne sono susseguite sul versante dei partiti – è, ormai, chiaro a tutti, sebbene circondati da una “distrazione” generale che ben si concilia con l’attenzione (molto scarsa) che circonda passaggi, in realtà, non secondari per lo scenario più generale che ci aspetta. La riorganizzazione, per esempio, di un partito che è stato fino a qualche mese fa prioritariamente importante – prima di tutto per se stesso, è bene dirlo subito senza infingimenti, in considerazione del percorso estremamente lungo trascorso a guidare il Paese al netto delle reali vittorie elettorali – non appassiona, in verità, in maniera coinvolgente chissà quale massa di popolazione. Eppure, nell’ambito del centro-sinistra (meglio riposizionare il trattino per evitare confusioni analitiche) si tratta di un traguardo che nel giro di poco tempo potrebbe assurgere a una rilevante “rilettura” di quanto, politicamente, sta accadendo. A prescindere dai candidati alla segreteria nazionale, a prescindere dalla piattaforma di idee e di iniziative che prima o poi sarà in campo, è una delle questioni che vanno considerate con attenzione nel medio-lungo periodo nel contesto di una situazione che, al momento, è ben netta e precisa. Le forze di destra-centro – sempre per essere precisi – stanno confermando una tenuta particolarmente radicata, pur posizionandosi al centro di una situazione irta di difficoltà a ogni passaggio. Insomma, la “semplificazione” del contesto politico attuale (schiacciato da una netta identità politica) non pone alcuna esigenza di considerare da vicino, quasi urgente, il delinearsi di un nuovo format eventualmente pronto a governare o a dominare i contorni di scelte che non più di tre mesi fa sono state fatte, per una volta con grande e convinta chiarezza.

La teoria di fondo, ancora ben consolidata (nella sinistra-centro), è che non sia stata una vera e propria scelta politica. In realtà, emerge da analisi gravitanti in questo bacino politico, è stata avanzata la decisione più pratica e concreta per dare una risposta realmente in grado di incidere su un contesto ormai avviato alla paralisi inconcludente. Occorreva, in effetti, non invocare soltanto un cambiamento ma attuare un cambiamento, procedere senza dubbi a determinare una effettiva bocciatura di quei partiti e movimenti che fino a quel momento avevano messo in campo che cosa? La parte più deludente e inappagante del non-governo, mostrando il lato largo dei partiti, ammaliati dalla corsa a costruire nomenclature inamovibili, blocchi di potere immobile ma dominante.

Basta pensare a cosa sta accadendo adesso – nella sinistra-centro – per arrivare a percepire che la partita resta sempre la stessa: non come proporre meccanismi reali di cambiamento, idee, persone, piattaforme e anche, perché sempre necessari, “libri dei sogni”, ma soltanto cordate e alleanze “vincenti”. Tutto il resto non conta. Anzi, non è necessario perché prima di tutto in tanti cercheranno di riprendere in mano solo la chiave del potere davvero dominante: nomine, presenze, alleanze (quali?), posti di comando.

Al resto, questa volta, però, si dovrà, in ogni caso, pensare: siamo sicuri che basterà rifarsi bene il trucco per ritornare in prima fila? A dare uno sguardo concreto alla forza dominante della destra-centro, non sarà affatto una passeggiata, anche perché il Paese va avanti, più o meno bene, lo stesso. E fino a questo momento nessuno può affermare che sui conti e sulla tenuta relazionale internazionale non si sia proceduto senza effettiva strumentalità, nel segno largo del Draghi-pensiero.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

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Cambiamento?
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