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Negli ultimi due anni il valore della produzione è aumentato a ritmi doppi rispetto agli altri settori.
Digital companies in crescita
Unioncamere: 3mila aziende in più tra gennaio e settembre 2017, 122mila vivono di “bit”, tra le nuove iscritte oltre 1 su 3 è under 35, ma sono ancora troppo poche (solo il 2,3% di tutte le imprese).

“Viaggiano ad un passo più spedito delle altre, in media creano più occupazione e generano più ricchezza del resto delle imprese ma sono ancora poche le digital companies tricolori. Alla fine del terzo trimestre dell’anno, le imprese che operano nei settori digitali (dal commercio via Internet agli Internet service provider, dai produttori di software a chi elabora dati o gestisce portali web), hanno superato la soglia delle 122mila unità, pari solo al 2,3% del totale delle imprese italiane”. E’ questo lo scenario che è emerso dai dati diffusi in occasione dell’assemblea dei presidenti delle Camere di Commercio che si è svolta nei giorni scorsi a Siracusa.

Comparto in forte crescita.

“A fronte di questa mini-rappresentanza in termini numerici – si legge in una nota di sintesi di Unioncamere – il digitale mostra tuttavia di possedere una fortissima vitalità rispetto al resto dei settori: dall’inizio dell’anno, infatti, il comparto è cresciuto del 2,4%, quasi quattro volte più della media delle imprese italiane (0,6%). Il 12,5% di queste attività sono guidate da giovani con meno di 35 anni ma, se si guarda alle aperture di nuove imprese intervenute dall’inizio dell’anno, la spinta che viene dai giovani a questo settore così strategico è ben più significativa: delle 6.330 iscrizioni rilevate tra gennaio e settembre, il contributo degli ‘under 35’ sfiora il 35%”.

I bilanci.

Molto positiva anche la dinamica dei bilanci delle società del digitale: “negli ultimi due anni il valore della produzione è cresciuto a ritmi doppi rispetto agli altri settori e il valore aggiunto del 50%. Quanto all’occupazione, in media le imprese del settore digitale occupano 5,4 addetti, contro una media del 4,5 riferita a tutte le imprese”. L’analisi di circa 580mila bilanci depositati nel triennio 2014-2016 da altrettante società di capitale di tutti i settori  “certifica la marcia in più del comparto digitale”. Per due anni di seguito (2016 e 2015) “il valore della produzione delle 22mila società digitali è aumentato del 9,2% rispetto all’anno precedente, contro una crescita media di tutti i settori che è stata del 3,3% tra 2016 e 2015, dopo il 4,5% tra 2015 e 2014. Meno brillante ma significativo il gap a favore del digitale in termini di valore aggiunto: tra 2016 e 2015 le società dei bit hanno registrato una crescita dell’8,6% contro una media generale delle società di capitale del 6%, bissando il risultato simile del biennio precedente (7,7 contro 5,8%).

La “geografia” del digitale.

Delle oltre 122mila imprese che compongono il settore digitale, “una su cinque (28.650) ha sede in Lombardia”. A grande distanza seguono il Lazio (16.469 imprese pari al 13,5% del totale) e la Campania (10.477 e 8,6%). Se si osserva la sola componente giovanile, “la Lombardia resta la regione leader fermandosi però al 16,6% del totale, mentre le due posizioni di rincalzo si invertono (la Campania è seconda, il Lazio terzo). Ma è guardando alla dinamica delle nuove aperture che si coglie l’interesse dei giovani del Sud verso il digitale. La quota di imprese under 35 sulle nuove aperture di imprese digitali sfiora infatti il 50% in Calabria, tocca il 46,7% in Basilicata, il 44,4% in Campania, il 42,3% in Puglia e il 40,6% in Sicilia”.

L’occupazione.

Sul fronte degli addetti “la media più elevata rilevata nel settore digitale non si distribuisce allo stesso modo sul territorio nazionale, registrandosi solo in 10 delle 20 regioni del Paese. Le regioni a più elevato vantaggio occupazionale sono la Valle d’Aosta (dove la media degli addetti per impresa digitale è di 10,5 contro 4,2 ),  il Trentino – Alto Adige (8 addetti in media contro 5,4) e il Piemonte (6,9 contro 4,5).

(Fonte: unioncamere.it/ 31.10.2017)

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