GLOCAL di Ernesto Pappalardo »
La naturale convinzione, che è venuta a formarsi in queste dense giornate primaverili, nelle quali il tempo pare essersi concentrato a dispetto del continuo e persistente richiamo – sempre nefasto – bellico, sospinge la maggior parte delle persone a tentare di immaginare, magari anche comprendere, quanto sta accadendo tra le mura pontificie, dove si ripete in queste ore il Conclave, la riunione del Collegio di Cardinali della Chiesa cattolica per l’elezione del nuovo Papa. Il termine deriva dal latino – cum clave – “chiuso con la chiave” o anche “sottochiave”. L’evento storico attraverso il quale fu individuato il nome risale al 1270, quando gli abitanti di Viterbo, che era sede papale, dopo indecisioni di anni dei Cardinali, decisero di chiuderli a chiave nella sala grande del palazzo papale e ne “scoperchiarono”, in parte il tetto, per costringerli a decidere il nome del nuovo pontefice, Gregorio X. Il primo Papa “eletto cum clave” fu Gelasio II, il 24 gennaio del 1118, all’unanimità dei Cardinali riuniti nel Monastero di San Sebastiano sul Palatino, luogo in qualche modo segreto e chiuso al pubblico, scelto per evitare interferenze esterne sulla scelta del successore di Pietro (era in corso la lotta per le investiture). Ma, sebbene non manchino lotte e diverse ideologie (più o meno) alla base di divisioni e contrasti, non è proprio questo lo scenario di riferimento più appropriato per tentare di ricostruire, per quanto possibile, quanto accaduto, fino a questo momento, che, in qualsiasi forma immaginabile, alla fine influenzerà l’esito di questo passaggio storico, ineluttabilmente aggregato alla storia della Chiesa che resta, giusto per ricordarlo, connessa, in ogni caso, al mondo che la circonda. Appare, per esempio, già evidente una varia e complessa persistenza di diverse iniziative, prevalentemente in ambito europeo, che sembrano finalizzate a raccogliere numerosi e ampi consensi su personalità di rilievo già ampiamente segnalate tra i Cardinali ovviamente orientati a non “fuoriuscire” minimamente dal gruppo ampio e neanche minimamente variegato di queste ore. E’ chiaro, quindi, che fin dalle prime fasi è parso non prendere corpo, in attesa di una precisa connotazione che non sembra apparire in maniera più che consistente, nessuna “alleanza” clericale. Ma queste sono solo deduzioni che prendono corpo di fronte a una pragmaticità inconsistente.
Tutto quanto accaduto, quindi, in queste fasi, che paiono precedere il momento elettivo vero e proprio, si incammina verso soluzioni di vario tipo, probabilmente più aperte di quanto si possa immaginare a soluzioni “creative”, impreviste o, va detto, scarsamente prevedibili. Il conclave, cioè, continua.

Il 7 maggio inizio del Conclave