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L’analisi Prometeia/Banca d’Italia evidenzia il permanere di gravi criticità nel comparto.
Costruzioni, ancora buio fitto
Valore aggiunto ridotto del 5,3% nel 2014. Nel periodo 2008/2013 calo del 7,8% in media d’anno. L’intera filiera paga le conseguenze della diminuzione degli investimenti.

(Er.Pa.) – Il comparto edile continua a vivere in uno scenario di grave contrazione delle dinamiche produttive, risentendo di due fattori che combinati insieme condizionano le possibilità di invertire la tendenza in atto ormai da troppo tempo: da un lato il brusco calo degli investimenti; dall’altro la persistenza dell’atteggiamento restrittivo nell’erogazione del credito da parte delle banche soprattutto verso le piccole imprese (che rappresentano di fatto la parte prevalente del tessuto imprenditoriale del comparto). L’ennesima conferma arriva dallo studio della Banca d’Italia dedicato alle economie regionali diffuso nei giorni scorsi. “In Campania – scrive la Banca d’Italia – secondo le stime di Prometeia, il valore aggiunto a prezzi costanti del settore delle costruzioni si è nuovamente ridotto nel 2014 (-5,3 per cento rispetto all’anno precedente, -11,2 nel 2013). Tra il 2008 e il 2013 il calo è stato pari al 7,8 per cento in media d’anno”. “Durante gli anni della crisi – si legge sempre nello studio della Banca d’Italia – il settore ha risentito della diminuzione degli investimenti in costruzioni realizzati da tutte le componenti del sistema economico”. Secondo il Cresme “la contrazione sarebbe proseguita anche nel 2014”. Ma – almeno una nota positiva – “in prospettiva, il comparto delle opere pubbliche potrebbe beneficiare della notevole crescita delle opere messe a bando”. Nel 2014, sempre secondo il Cresme, “il loro valore è stato pari a 3,6 miliardi di euro (1,4 nel 2013), di cui quasi mezzo miliardo riconducibile al Grande progetto di risanamento e valorizzazione dei Regi Lagni. Il progetto, bandito dalla Regione Campania, è finalizzato all’adeguamento funzionale e alla gestione quinquennale di cinque impianti di depurazione nell’area a Nord di Napoli. Secondo l’indagine sulle costruzioni e le opere pubbliche, condotta dalla Banca d’Italia su un campione di imprese campane con almeno 10 addetti, “nel 2014 il saldo tra la percentuale di imprese con produzione in aumento e quella delle imprese con produzione in diminuzione è risultato negativo, in misura analoga a quanto registrato nel precedente anno”.
Gli investimenti in infrastrutture.
A contribuire in maniera prioritaria alla crisi del comparto edile la dinamica degli investimenti in infrastrutture. “Secondo i dati Istat e una nostra ricostruzione basata sui Conti pubblici territoriali (CPT) – evidenzia la Banca d’Italia – gli investimenti in infrastrutture realizzati dal Settore Pubblico Allargato (SPA), ossia da Amministrazioni pubbliche, enti e imprese pubbliche, rappresentavano nella media 2010-12 (ultimo triennio disponibile) il 2,5 per cento del PIL. In Campania tale incidenza è stata pressoché analoga alla media nazionale (2,6 per cento nella media 2010-12), sebbene inferiore a quella del Mezzogiorno (3,6 per cento), soprattutto per i minori investimenti nelle opere del Genio Civile (essenzialmente opere di trasporto, condotte e linee elettriche e di comunicazione civile; 1,6 e 2,4 per cento del PIL, rispettivamente, in Campania e nel Mezzogiorno)”.
Ma se si approfondisce il dato degli investimenti in infrastrutture in termini pro capite, si scopre che “sono stati nettamente inferiori in regione, circa un terzo in meno, rispetto sia al Mezzogiorno sia all’Italia. Le differenze sono più ampie per le opere del Genio Civile. Limitando l’analisi a queste ultime, che rappresentano la parte prevalente degli investimenti in infrastrutture e sono quelle più dirette al sostegno dell’attività economica, gli investimenti a valori correnti delle Amministrazioni pubbliche in Campania (pari al 67 per cento del totale delle opere del Genio Civile, nella media del triennio 2010-12) hanno registrato una rapida crescita fino al 2008 per poi ridursi più della media nazionale; tra il 2008 e il 2012 la spesa è diminuita del 29,2 per cento (-6,3 in Italia). La contrazione degli ultimi anni è attribuibile soprattutto alle componenti diverse dalle infrastrutture di trasporto”. Ma “anche gli investimenti in opere del Genio Civile realizzate dagli altri enti e imprese del SPA, sono calati tra il 2002 e il 2012 del 38,7 per cento, a fronte di una riduzione del 24,5 per cento a livello nazionale”.
Gi investimenti in costruzioni.
Secondo elaborazioni della Banca d’Italia su dati Istat “si può stimare che in Campania gli investimenti in costruzioni, realizzati nel complesso da tutti i settori di attività economica, dopo essere aumentati di quasi il 3 per cento medio annuo tra il 2000 e il 2007, abbiano registrato nei quattro anni successivi una riduzione significativa, quasi il 6 per cento in media ogni anno (5,0 in Italia)”. Dai dati dei Conti territoriali redatti secondo il SEC 2010, “emerge che la contrazione si è intensificata nel biennio successivo, con un calo medio annuo di quasi il 12 per cento (-5,2 per cento in Italia a valori concatenati)”.

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Si riduce ancora il valore aggiunto del comparto edile campano
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