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Il Pil è aumentato del 6,5% rispetto all’anno scorso. La variazione acquisita per il 2022 è pari a +2,4%.
Costo dell’energia e inflazione frenano la ripresa
Confcommercio: “I livelli pre-crisi non sono ancora riconquistati, e, soprattutto, ciò che conta è tornare a crescere a tassi ben superiori a quelli che hanno caratterizzato i vent’anni precedenti”.

“Nel 2021 l’economia italiana è cresciuta a un ritmo da record: il Pil è infatti aumentato del 6,5% rispetto al 2020 secondo la stima preliminare diffusa dall’Istat. Dal 1995, anno d’inizio delle serie storiche, mai si era registrato un incremento così alto. Il dato porta a +2,4% la variazione acquisita per il 2022, vale a dire la crescita annuale che si otterrebbe in caso di variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno. Nel solo quarto trimestre del 2021 il prodotto interno lordo è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 6,4% in confronto con gli ultimi tre mesi del 2020”. Questo il quadro della situazione descritto e analizzato dal’Istat che approfondisce e specifica che “l’economia italiana registra per il quarto trimestre consecutivo una espansione, seppure a ritmi più moderati rispetto ai periodi precedenti”. Come pure “dal lato tendenziale, la crescita è risultata molto sostenuta, superiore ai 6 punti percentuali”, per concludere che “la stima preliminare riflette dal lato dell’offerta uno sviluppo ulteriore del settore dell’industria e dei servizi, e un calo in quello dell’agricoltura”.

La lettura di Confcommercio evidenzia che il risultato raggiunto è “superiore alle attese”. In termini specifici “il 2021 – approfondisce la Confcommercio – si è chiuso all’insegna di una ripresa che, in termini congiunturali, è risultata meno dinamica rispetto al semestre precedente, ma che ha permesso di conseguire nel complesso del 2021 una crescita del 6,5%, un risultato superiore alle attese”. La dinamicità della  variazione annua – spiega Confcommercio – “colloca l’Italia tra i Paesi europei più dinamici, e ben oltre il +2,8% della Germania” e “va senz’altro letta anche alla luce di quanto accaduto nel 2020. Tuttavia, se una parte della forte ripresa è rimbalzo statistico, la parte rimanente è testimonianza di una crescita genuina sviluppata dai lavoratori e dalle imprese che, con il sostegno del governo, hanno mostrato vitalità e grande capacità di reazione”.

L’Ufficio Studi di Confcommercio sottolinea, poi, che “i livelli pre-crisi non sono ancora riconquistati, e, soprattutto, ciò che conta è tornare a crescere a tassi ben superiori a quelli che hanno caratterizzato i vent’anni precedenti la crisi pandemica. La vera sfida, declinata dall’attuazione del Pnrr, si colloca, quindi, nell’anno in corso e nel prossimo”. Per Confcommercio “al di là delle incertezze sull’evoluzione della pandemia, il principale ostacolo è rappresentato dalla ripresa del processo inflazionistico, guidato dai consistenti aumenti dei costi nel comparto energetico, e dal suo impatto sulle decisioni di acquisto delle famiglie e sui conti delle imprese”.

(Fonte: confcommercio.it/31.01.2022)

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Ancora distanti dal ciclo vincente
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