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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Per uscire dalla crisi strutturale in atto nel perimetro urbano di Salerno possono bastare le vendite “straordinarie”?
Commercio, saldi e nuove “visioni”
Rispetto ad altre realtà territoriali non si percepisce la definizione di un robusto quadro di riferimento programmatico/organizzativo capace di abbinare l’offerta con altre attrattive (spettacoli musicali, eventi enogastronomici, servizi mirati a cominciare da una sostanziale strategia friendly per i parcheggi).

Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (ed. Salerno) martedì 2 luglio 2019.

Parte la stagione dei saldi estivi e il commercio prova a respirare. Ma, naturalmente, non può bastare l’ossigeno derivante da questa tipologia di interventi che appaiono di corto respiro per un comparto in sofferenza strutturale soprattutto nel segmento del dettaglio e, più in generale, degli esercizi al di fuori della grande distribuzione. Senza entrare nel merito del dualismo piccoli/grandi, è evidente la disparità di forze in campo e la diversità di tipologia dell’offerta (e del servizio) che pongono (dovrebbe porre) i negozi di vicinato in una condizione di maggiore ascolto da parte della filiera pubblica (principalmente locale). Sebbene non manchi qualche tentativo anche lungimirante messo in campo al fine di attivare partenariati pubblico/privati, pare di capire che la sostanza non cambia affatto e Salerno – all’interno del suo perimetro urbano – soffre la mancanza di una strategia concertata e condivisa di medio e lungo periodo, con buona pace anche della città turistica (che pure lancia segnali di vitalità non secondari).

Rispetto ad altre realtà territoriali, tirando le somme, non si percepisce la definizione di un robusto quadro di riferimento programmatico/organizzativo capace di abbinare l’offerta tipicamente commerciale – che non è solo quella rintracciabile nelle strade della “city” – con altre attrattive di variegato genere (spettacoli musicali, eventi enogastronomici, iniziative dedicate a singole fasce di potenziali utenti/acquirenti, servizi mirati a cominciare da una sostanziale strategia friendly per i parcheggi ).

Non mancano eccezioni virtuose in questo specifico ambito di riferimento coraggiosamente portate avanti da singole associazioni di categoria in collaborazione con enti ed istituzioni, ma non appaiono inserite in un quadro dinamico che tenga conto dell’esigenza di scaglionare date e scadenze nell’arco di tutti i dodici mesi.

Insomma, l’onda di “Luci d’artista” non si riflette su tutto il resto dell’anno, come, invece, si riesce a fare in altre parti d’Italia sfruttando il brand della manifestazione più competitiva e declinandolo nelle varie opzioni elaborate per competere sui vari mercati dei flussi di visitatori/acquirenti.

Vale la pena di ricordare che le condizioni di partenza per portare più introiti nelle casse del commercio al dettaglio sono molto complesse e difficili al punto che pure operazioni sostanzialmente valide come i saldi finiscono con l’innescare una parabola al ribasso che permane molto più a lungo del periodo entro il quale si dovrebbe concludere l’offerta a prezzi più contenuti rispetto alla media generale.

L’ostacolo vero con il quale confrontarsi è la contrazione della spesa da parte delle famiglie, ancora una volta confermata, per esempio, da un approfondimento analitico realizzato dall’Ufficio economico della Confesercenti sui consumi delle famiglie nelle regioni italiane (maggio 2019). Basti pensare alla consistenza dei divari che la ricerca definisce “sempre più eclatanti”. Nel 2018 “le famiglie lombarde – si legge in una nota di sintesi del report – hanno speso in media 33.621 euro, ben 14mila in più di quelle calabresi”. Il problema è esteso a tutto il meridione e ci riguarda da vicino. Sotto i livelli nazionali risulta anche la Campania con 23.188 euro di spesa annua a fronte di una media nazionale di 28.251 euro. Evidente, quindi, l’origine della criticità che si riflette sugli stili di vita e sui comportamenti prudenziali nel momento degli acquisti.

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