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I numeri dell'economia »

Il Rapporto promosso dalla Camera di commercio di Frosinone-Latina con Unioncamere e realizzato dal Centro Studi Tagliacarne.
Blue Economy, 200mila aziende e 47miliardi di valore aggiunto
Circa un milione di occupati e competenze green richieste per 4 assunzioni su 5. Non è un caso se, nella programmazione dei progetti da finanziare con il Recovery Fund, l’Europa raccomanda di dare il giusto spazio alla filiera blu.

di Diletta Turco

Con un valore aggiunto di 47 miliardi e circa un milione di occupati, a pochi mesi dall’avvio dell’estate 2021 – che, da molti, viene vista come il vero banco di prova del sistema Italia – la cosiddetta blue economy rappresenta come non mai una risorsa per lo sviluppo di tutto il Belpaese. Ma è valutata nei giusti termini? Beh, stando alle rilevazioni del Rapporto dell’economia del mare promosso dalla Camera di commercio di Frosinone-Latina in raccordo con Unioncamere e realizzato dal Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, non sempre. Soprattutto non in una logica di sviluppo del cosiddetto indotto. Che, oltre ad essere blu, ha anche un forte tono di “verde” all’interno. Anzi, di green. Non è un caso che nella programmazione dei progetti da finanziare con il Recovery Fund, la stessa Europa raccomanda di dare il giusto spazio alla filiera blu. Ma cosa è?

Se economia blu viene tradotta in crociere o container merci, allora cambiate traduttore. Anche l’economia blu è, infatti, un settore “circolare”, che va dalle estrazioni marine e tutela della biodiversità alla filiera ittica. E poi ancora, cantieristica navale, diportistica, servizi di alloggio e ristorazione, movimentazione e logistica delle merci, movimentazione dei passeggeri con tutti i servizi connessi.

Ora, la pandemia ha bloccato quasi tutte queste voci del settore, lasciando continuare solo l’aspetto commerciale e alimentare – se vogliamo – e naturalistico, di protezione ambientale. Ecco perché l’intuizione del prossimo futuro riguarda il parallelo riavvio delle altre voci in chiave sostenibile. E un esempio potrebbe arrivare proprio dalla diportistica, vero e proprio “rifugio” sicuro della scorsa estate per chi voleva vivere una vacanza in sicurezza (perché oggettivamente in solitudine e con ben pochi contatti a rischio). Proprio la diportistica “organizzata” sarebbe il candidato ideale al banco di prova del nuovo modo integrato di vedere la blue economy.

Perché ho parlato dell’estate 2021 come banco di prova? Facile dirlo. Illustri economisti di fama internazionale identificano nella ripresa del “turismo” la vera leva per la totale risalita dell’economia tricolore. Visto che, oggettivamente, associare i termini industrializzazione e Italia rappresenta un errore che nemmeno l’ultimo degli illusi potrebbe sostenere. Industria sì per l’Italia, ma, come dire, “poco pesante”, più legata al leisure, al divertimento, al benessere. Insomma, alla vacanza con tutto quello che c’è dietro. Ecco perché nelle pagine del mio blog  ho parlato delle due card che caratterizzano questa estate: quella Green voluta dalla commissione europea che invita alla sicurezza sanitaria (ecco il link), e quella strettamente di marketing e promozione territoriale della società fintech Epipoli (qui i dettagli) in cui rientrano anche alcuni servizi della blue economy.

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Settore polivalente
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