Lo speciale 1 »
di Mariano Ragusa
Renzi e Calenda rompono l’intesa. Salta il partito unico, Azione-Italia Viva trascina nel caos il Terzo Polo. Volano gli stracci e si depositano sull’accidentato tappeto della politica nazionale suscitando l’ennesima evocazione del Centro da ricostruire.
La versione post-trauma è quella della federazione. Con gli stessi Renzi e Calenda (separati in casa) ma allargata al variegato arcipelago di micro-simboli di aspirazione centrista.
Si spendono parole solenni (a mezzo stampa), si indicano valori evergreen (la moderazione, la equi-distanza da destra e sinistra in nome della virtù salvifica del moderatismo) ma a ben vedere è solo esercizio di stile senza richiami di progetto e di visione definite e credibili.
Si armano scialuppe per galleggiare nel mare mosso della politica in cerca di richiamare su se stessi appeal da parte degli schieramenti-architrave del sistema politico vigente.
Dietro le nobili bandiere c’è solo la comprensibile corsa al (personale) posizionamento per restare nel club e sperare in future candidature. L’imperfetto bipolarismo italiano offre autostrade ai piccoli partiti in funzione di puntello algebrico delle coalizioni.
Difficile vedere altro nei movimenti post divorzio politico Renzi-Calenda. Solo nascoste aspettative di qualche altro “infarto” del sistema politico come il collasso di Forza Italia e la fuga in libertà dei suoi elettori da intercettare.
Vero è che tra gli alfieri della vagheggiata federazione centrista vi sono molti ex berlusconiani. Storia nota e in larga parte consumata. Nessun appeal di leadership. E ancora meno risorse, è ipotizzabile, quanto a dote elettorale propria.
Di leader in grado di attrarre il mondo berlusconiano in campo ce n’è uno solo. E per varie ragioni: di stile politico, pragmatismo e dosata spregiudicatezza. Piaccia o meno, è Matteo Renzi. Ha fatto saltare il tavolo con Calenda perché, non da ora, si è seduto ad un altro.
Certo, sempre a mezzo stampa, i suoi più stretti collaboratori (dalla Paita a Marattin) non lesinano interesse e volontà costruttiva rispetto al Terzo Polo in versione federativa. Ma, appunto, è chiacchiera pubblica, prendere tempo, spalmare melina e spargere fumogeni. Questione di tempi. E i disegni saranno decisamente più chiari.
Intesa smarrita