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Dal Vesuvio al Diano, turismo culturale nei territori della Campania.
Arte e storia, road trip (ideale) sulla Via Popilia
Il 5 novembre la Giornata nei musei promossa dal Mibact: Salerno Economy ha selezionato alcuni siti lungo il tracciato della strada romana, misteriosa e dimenticata.

di Alfonso Schiavino

Il 5 novembre i siti culturali statali resteranno aperti anche in Campania per la “Domenica gratis al museo”. Salerno Economy ha selezionato un itinerario speciale, seguendo idealmente la strada romana che già prima di Cristo collegava Capua a Regium. Questa arteria, determinante perché penetrava nel Sud tirrenico, propone ancora alcuni misteri. Inoltre il tratto salernitano s’incuneava nell’interno con un tracciato che nel XX secolo ispirerà i progettisti dell’A3.

La giornata nazionale “Domenica gratis”.

Il Mibact (Ministero dei beni ambientali e culturali e del turismo) offre un’apertura “speciale” dei siti museali e archeologici, con l’intento di promuovere un determinato segmento turistico e la conoscenza del patrimonio storico e artistico nazionale. Anche alcune istituzioni private aderiscono all’iniziativa. L’offerta in Campania comprende oltre ottanta luoghi, da Capri a Velia e ben oltre. In questo quadro, Salerno Economy ha selezionato le strutture oggi ubicate nei luoghi che erano attraversati o avvicinati da un’antica strada romana. Il road trip si sviluppa da Santa Maria Capua Vetere a Buonabitacolo, attraverso Nocera e Salerno.

La seconda via di penetrazione nel Sud.

Questo è certo: nel II secolo a.C. una strada regolare si staccò dalla Via Appia a Capua (ora Santa Maria Capua Vetere) per inoltrarsi nell’Italia meridionale sul versante tirrenico. La costruzione cominciò probabilmente nel 132 a.C., quando, dopo le guerre puniche, il Mediterraneo e i territori del Sud erano stabilmente cosa romana. Quell’anno la Capitale decise la costruzione di un collegamento stabile e diretto fra Roma e Regium, sulla punta della penisola. Il tragitto era già garantito fino a Capua. Da lì bisognava assicurare un’infrastruttura degna delle regole costruttive romane.

Una strada un po’ misteriosa.

Meno certo è il nome del console che curò la realizzazione dell’opera. Secondo una lapide ritrovata a Polla (l’Elogium Pollae), l’autore sarebbe Popilio Lenate, quindi la strada dovrebbe chiamarsi Popilia, che oggi è il nome più diffuso. Secondo un cippo miliare trovato a Sant’Onofrio, nella zona di Vibo, la costruzione avvenne per impulso di un Tito Annio, quindi il nome sarebbe Annia. Glissiamo su una terza ipotesi. Qualche studioso sintetizza le due congetture principali e propone la denominazione Annia-Popilia, che però è già “occupata” in Romagna. Non è questo il luogo per sciogliere l’enigma, ma vale la pena di annotare che alcune fonti storiche la chiamano “ab Regio ad Capuam”, cioè “da Reggio a Capua”, nome che forse suggerisce una soluzione logica.

Ad ogni modo l’intera infrastruttura misurava circa 320 miglia, quasi 475 chilometri.

Dal Vesuvio al Mediterraneo passando per gli Alburni.

Almeno lo sviluppo è abbastanza noto, anche se il tratto campano è in gran parte dimenticato.

Da Capua (Santa Maria Capua Vetere) la strada puntava verso la zona vesuviana interna toccando i territori di Suessula (Cancello e Acerra), Nola e Ad Teglanum (Palma). Dopo l’agro sarnese e il Passo dell’Orco i viaggiatori entravano a Nuceria Alfaterna (Nocera) nella zona di porta romana. La strada intravvedeva finalmente il mare a Salerno, dove impegnava l’attuale via Tasso e forse la zona Vernieri. Il tracciato proseguiva verso Fratte, Picentia (Pontecagnano), Eburum (Eboli), Ad Silarum (Ponte Sele) e valicava gli Alburni presso le Nares Lucanae (Scorzo e Zuppino) per dirigersi verso il fiume Tanagro, superato con il ponte Difesa ancora visibile. Nel Vallo si allineavano i territori dianesi che oggi conosciamo come Auletta e Piano della Cerreta (Acerronia), San Pietro di Polla (Forum Popilii), Atena Lucana (Atina), Teggiano (Tegianum), Sala Consilina e Padula (Cosilinum), Sanza (Sontia). Un ramo secondario conduceva a Volcei (Buccino).

Gladiatori e contadini nel nostro itinerario.

Ecco dunque le nostre scelte per la “Domenica” culturale. Ovviamente è consigliabile verificare in anticipo la disponibilità delle strutture, sfruttando le pagine web indicate di seguito.

Santa Maria Capua Vetere (3): Anfiteatro campano, Mitreo e museo dei gladiatori, Museo archeologico dell’antica Capua.

Maddaloni: Museo archeologico dell’antica Calatia.

Caserta: Reggia.

Nola: Museo storico archeologico.

Sarno (2): Museo archeologico nazionale della Valle del Sarno, Teatro ellenistico-romano.

Nocera S.: Area archeologica del teatro ellenistico-romano.

Salerno: Complesso monumentale San Pietro a Corte.

Pontecagnano (2): Museo archeologico nazionale, Parco archeologico urbano dell’antica Picentia.

Eboli: Museo archeologico nazionale di Eboli e della media piana del Sele.

Buccino (2): Museo archelogico nazionale di Volcei, Parco archeologico urbano di Volcei.

Polla: Museo civico.

Atena Lucana: Museo archeologico.

Teggiano (2): Lapidario dianense, Museo diocesano.

Sala Consilina: Cappella San Giuseppe.

Buonabitacolo: Museo degli antichi saperi.

L’INIZIATIVA DEL MIBACT

IL PROGRAMMA IN CAMPANIA

 

Immagine Via Popilia fin
Itinerari da rivalutare
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