L'altra notizia »
A pensarci bene, viene da chiedermi qual’è oggi “L’altra notizia”? Ci sono realmente fatti, eventi che possano non essere sempre condizionati o comunque riconducibili al difficile momento che stiamo vivendo? Se volessimo sfuggire o cercarci un posto nel mondo dove provare a riappropriarci delle nostre vecchie vite – anche se solo per abitudine, magari non ci piacevano poi così tanto – al momento avremmo qualche difficoltà nello scegliere dove andare. Allora siamo in trappola? “La forza della pandemia ha di fatto squarciato violentemente il divenire così come lo conoscevamo”, per dirla in maniera Zen. Le filosofie orientali, come sostiene Dario Doshin Girolami, con il calore della meditazione sarebbero di aiuto, ma non funzionerebbero, non appartengono al nostro patrimonio culturale, se non in rare eccezioni. Resta il fatto che purtroppo l’umore sociale sembra ingabbiato, nonostante gli sforzi e le abbondanti dosi di resilienza. Si sentono circolare incertezza del futuro, confusione, fiducia indebolita, troppa superficialità a volte probabilmente dettata dall’inconscia negazione del problema, il tutto aggravato dalla sensazione d’impotenza, non avendo purtroppo, allo stato attuale, alcuna previsione dei tempi di risoluzione. Quello che abbiamo vissuto, e a quanto pare non è finita per niente, è a tutti gli effetti un’esperienza traumatica della quale continuiamo a portarci dentro, nei casi più fortunati, sensazioni di disagio e stress generalizzato. L’alternativa che ci rimane è convivere col nemico invisibile che, oltre ai comportamenti nel rispetto della nostra e altrui salute, ci richiede un profondo lavoro di introspezione alla ricerca di nuovi equilibri. Approfittiamo per entrare o restare in comunicazione con noi stessi prima che con gli altri, in una ricerca positiva e illuminante, riscoprendo il pensiero di F. Nietzche: “Io e me siamo sempre immersi troppo profondamente in una conversazione”, speriamo che non diventi affannosa e debilitante.