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L'altra notizia »

Arabesque di Daniela Delvecchio/Lasciamoci stupire dalla bellezza. Godremo della nostra esistenza. O no?

Non credo di essere depressa, però sinceramente diciamoci  la verità. Oggi più che mai , per poter sfuggire  all’appiattimento e all’abitudine di cui siamo artefici e vittime, avremmo bisogno di nutrirci di bellezza.  Sentire il sentimento del bello, vivere lo stupore e la possibilità di emozionarci, provare qualcosa che ci fa stare bene, sarebbe un’iniezione rivitalizzante e inebriante più di una bottiglia di buon vino  o qualsivoglia  pillola della felicità. Una storia quella della bellezza che ha seguito sempre quella dell’uomo, senza mai raggiungere una e un’unica definizione proprio a significare la sua fugacità ,che la rende  meravigliosamente impossibile da concretizzare. L’unico modo che abbiamo di fermarla senza però trattenerla è la percezione che abbiamo della bellezza e il giudizio che ne scaturisce, legato a  fattori soggettivi  perlopiù culturali. In barba alla bellezza come ideale di perfezione a cui tendere, in cui il bello veniva associato alla morale e viceversa, oggi sembra che l’unico concetto di bellezza veramente considerato sia quello esteriore. Vuota e frivola bellezza delle forme ideali dettate dalle mode e diffuse dai media, a volte anche con discutibile gusto. Mi sembra di vivere una confusione tra bello e brutto, tra arte e fuochi fatui dove c’è ben poca pace e armonia, ma piuttosto un continuo movimento di tensioni e conflitti. Oggi più che a correnti artistiche assistiamo a tendenze per le quali quasi tutto potenzialmente potrebbe diventare un prodotto artistico, ma dovremmo essere tutti- artisti e fruitori -educati alla bellezza.  Essere educati alla semplicità ma soprattutto all’autenticità, significherebbe aprire gli occhi a qualcosa fuori da noi che ci arricchisca, ci riempia e ci completi in una crescita oltre i nostri limiti, in dinamismo verso gli altri e verso noi stessi. In nostro aiuto corre sempre la Natura la cui bellezza anche se privata e devastata, conserva sempre la sua forza e la sua generosità, rimanendo un’ inesauribile fonte da cui attingere e imparare il valore della contemplazione. C’è bisogno di rimanere sempre in contatto con la bellezza, senza farsi travolgere e  rinunciando al desiderio di possederla. E’ questa un’opportunità-  accogliere la bellezza come dimensione catalizzante, stato mentale di assoluta positività, percorso privilegiato al raggiungimento del senso delle cose- tanto da farne uno stile di vita.

Bisognerebbe ricordare alla gente che cos’è la bellezza, aiutarla a riconoscerla, a difenderla. La bellezza…è importante la bellezza . . . da quella scende giù tutto il resto. Peppino Impastato.

La bellezza di J. S. Bach da godersi fino in fondo

https://www.youtube.com/watch?v=HJnZK-Gk2K0&list=PLwsQiTe5CmpOePgyVmRB3_FqkuxPKcq3K&index=1


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