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Arabesque di Daniela Delvecchio/ La nuova, grande “sfida” del lusso. Ma come risponde il Made in Italy?

Sfogliando le sempre attraenti riviste di moda e arredamento leggo: “Il vero design nasce sempre attorno alle emozioni di chi lo vive”. E ancora: “Re-dreaming the future”, una cover art di Sarah Mazzetti, illustratrice  bolognese, raffigurante con forte impatto comunicativo, il modello fumettistico di una casa con ambienti e personaggi onirici in scene domestiche che sembrano oltrepassare la dimensione della realtà, come ad immaginare un modo nuovo e diverso di pensare e vivere le abitazioni. Eleganza, comfort, bellezza, performance, sembrano parole un po’ fuori contesto al momento, o meglio, probabilmente, elementi che necessitano di essere ricollocati, “ri-contestualizzati”. Così come tanti settori, anche il mondo del design italiano sta  provando a ripartire dalla visione comune di rinnovati fattori sociologici ed economici, nel tentativo di rilanciare la grande tradizione del Made in Italy. Più che ri-sognare il futuro, gli addetti ai lavori stanno ri-pensando e ri-progettando il futuro delle loro linee di produzione adeguandole a nuovi requisiti di comfort, bellezza e al potere d’acquisto dei diversi Paesi ai quali si rivolgono. Andrea Sanguineti, brand manager e design director di Alias, parla di “contaminazione fra home e work” e di una necessaria riflessione su come lo smart working induca a ripensare l’ambiente lavoro sia negli spazi domestici che in ufficio. Anche l’attuale minore propensione a dinamiche di aggregazione spinge alla progettazione di  case  e arredi di  sempre maggiore vivibilità  che possano magari comprendere anche minimi spazi esterni, per un irrinunciabile tempo all’aperto, in un’ottica di investimento migliorativo dell’ambiente domestico. Alberico Crosetta, amministratore delegato di Antrax It, si proietta ad affrontare una stagione di ritorno all’essenziale, al necessario e al duraturo con azioni sostenibili, fonti rinnovabili, nanotecnologie a bassi consumi. Quello che sicuramente accomuna la maggior parte dei progettisti delle più importanti aziende italiane è una particolare attenzione alla salvaguardia del pianeta. Il focus è ideare e realizzare  prodotti di maggiore qualità e durevolezza in funzione del recupero, flussi produttivi in cicli dove l’energia e i materiali non vadano dispersi anzi riutilizzati. Sia nella moda che nell’arredamento pare che la tendenza sia uscire dalla prospettiva di rinnovamento continuo delle collezioni, un ritmo produttivo che, a vari livelli, ha sicuramente condizionato il nostro fare acquisti (spesso inutili, poco duraturi, ma purché alla moda). E allora “consumo meno, consumo meglio”, è tempo  di dare un nuovo significato al lusso. Non più sinonimo di ostentazione e benessere economico, ma ricerca della gratificazione che un bene  può dare come in connessione emozionale tra oggetto e consumatore. Ci auguriamo vivamente che queste dinamiche virtuose siano una garanzia di ripresa e conferma dei valori di eccellenza e qualità che hanno sempre contraddistinto il Made in Italy.

E’ sempre una questione di stile: https://www.youtube.com/watch?v=v3qh30sWJOM


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