Lo speciale 2 »
di Alfonso Schiavino
Sul finire del 2017 la Regione ha delimitato altri 9 distretti turistici. I dossier passano ora al Mibact (Ministero dei beni ambientali e culturali e del turismo), che istituirà i nuovi soggetti giuridici portando il totale della Campania a 24. Il rush dello scorso mese si spiega, perché a San Silvestro scadeva l’ultima proroga per la costituzione degli organismi. In effetti, anche se sono “zone a burocrazia zero” e possono diventare “aree favorevoli agli investimenti (Afai)”, il 29 dicembre 2017 i distretti risultavano 39 in tutta Italia. La Campania è saldamente in testa, sia per il numero assoluto (15) sia per la fantasia di talune denominazioni dotte, altisonanti, criptiche e ai limiti dello scioglilingua.
Agevolazioni fiscali e pratiche accelerate.
L’idea del distretto turistico è stata introdotta, limitatamente alle aree costiere, con il Decreto Sviluppo del 2011. Questa figura economica e giuridica riunisce diversi attori pubblici e privati nella prospettiva di consolidare il settore e potenziare l’appeal del territorio. L’iniziativa, che parte per impulso degli imprenditori d’intesa con i Comuni, dev’essere avallata dalla Regione e ufficializzata dal Mibact. Le aziende dei distretti hanno una serie di vantaggi: agevolazioni fiscali e tributarie, iter amministrativi semplificati anche per immobili, accesso rapido a risorse pubbliche e fidi bancari.
Un saldo deludente sventato dalla Campania.
Nel 2014 i distretti turistici erano appena 13, di cui 11 in Campania. Gli altri 2 erano nel Lazio (litorale romano, il primo assoluto) e in Emilia Romagna. Nel 2014 l’Art Bonus ha esteso la facoltà alle aree interne, così, nel frattempo, i distretti si sono triplicati: lo scorso 29 dicembre il sito del Mibact ne presentava 39. La Campania era sempre la più affollata (15), seguita dalle Marche (7 più 1 interregionale) e dalla Puglia (3). Il Nord ne ha pochissimi: 2 nel Veneto e 1 ciascuno in Lombardia e Liguria.
I DISTRETTI SUL SITO DEL MIBACT
Le nuove delimitazioni approvate dalla Regione.
Vedremo se la Campania manterrà il primato, dopo la nuova prevedibile infornata di decreti e l’attivazione degli altri distretti a livello nazionale. Intanto conosciamo un po’ meglio i soggetti recentemente delimitati dalla Regione, per un totale di 98 comuni interessati.
Viaticus (19 comuni): Apollosa, Ariano Irpino, Benevento, Buonalbergo, Casalbore, Casalduni, Castelfranco in Miscano, Ceppaloni, Fragneto Monforte, Ginestra degli Schiavoni, Greci, Montecalvo Irpino, Morcone, Paduli, Ponte, Pontelandolfo, San Leucio del Sannio, Sant’Arcangelo Trimonte, Torrecuso.
Parthenope: Napoli.
L’Irpinia del principe e dei tre Re (11 comuni): Bonito, Sant’Angelo all’Esca, Paternopoli, Montemiletto, Taurasi, Frigento, San Mango sul Calore, Salza Irpina, Chiusano San Domenico, Sorbo Serpico, Gesualdo.
Matese (10 comuni): Castelvenere, Cerreto Sannita, Cusano Mutri, Faicchio, Guardia Sanframondi, Pietraroja, Puglianello, San Lorenzello, San Lupo, San Salvatore Telesino.
Appia Antica (15 comuni): Capua, Casagiove, Caserta, Castel Morrone, Curti, Francolise, Giano Vetusto, Grazzanise, Pastorano, Recale, Roccamonfina, Rocchetta e Croce, Santa Maria Capua Vetere, Teano, Valle di Maddaloni.
Vallo di Lauro – Antico Clanis (7 comuni): Domicella, Lauro, Marzano di Nola, Moschiano, Pago del Vallo di Lauro, Quindici, Taurano.
Aversa Normanna – Campania Felix (6 comuni): Aversa, Carinaro, Cesa, Lusciano, Parete, Sant’Arpino.
Ager Nolanus (14 comuni): Camposano, Comiziano, Liveri, Mariglianella, Marigliano, Nola, Palma Campania, Sant’Anastasia, Saviano, San Paolo Belsito, San Vitaliano, Scisciano, Somma Vesuviana, Tufino.
Partenio (15 comuni): Avella, Capriglia Irpina, Casamarciano, Grottolella, Mercogliano, Monteforte Irpino, Mugnano del Cardinale, Ospedaletto d’Alpinolo, Pannarano, Pietrastornina, Roccarainola, San Martino Valle Caudina, Sant’Angelo a Scala, Summonte, Visciano.
Il piccolo record del Golfo di Policastro.
La Campania, del resto, si è mossa per tempo. Il Golfo di Policastro è stato il secondo distretto a livello nazionale riconosciuto dal Mibact, alla fine del 2013. Nello stesso periodo vennero approvati i dt “Penisola sorrentina”, “Litorale domizio” e “Isola verde d’Ischia”. Nel gennaio del 2014 il ministro decretò un’altra serie di distretti campani: “Sele Picentini”, “Riviera salernitana” (che comprende solo la città capoluogo), “Isola di Procida”, “Costa d’Amalfi”, “Cilento Blu”, “Capri isola azzurra” e “Flegreo”. Nel 2016 si sono aggiunti “Pompei, Monti Lattari e Valle del Sarno”, “Atargatis”, “Cilento, Sele, Tanagro, Vallo di Diano” e “Alta Irpinia”.
Ma i distretti non sono ambiti e neanche poli.
I distretti turistici non devono essere confusi con gli Ambiti territoriali turistici ottimali (Atto), che, in base alla legge 18/2014, diventeranno Poli turistici locali in sostituzione degli Ept e delle Aziende di soggiorno.
Salerno Economy ha descritto l’iter il 6 ottobre 2017.
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