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Il Rapporto Agrosserva di Ismea evidenzia il bilancio positivo relativo agli scorsi dodici mesi.
Agroalimentare, record nel 2017 per consumi ed export
Per il comparto agricolo, invece, si è chiusa un’annata difficile a causa delle condizioni climatiche. Ma le imprese under 35 superano quota 55mila (con un aumento del 5,6%).

Il 2017 è stato un anno con il segno più per l’agroalimentare Made in Italy “sebbene il settore si sia dovuto misurare con le difficili condizioni meteo”. Lo scenario emerge con chiarezza dal Rapporto “AgrOsserva” di Ismea che fa riferimento all’ultimo trimestre dell’anno scorso. “A trainare l’agroalimentare – si legge in una nota di sintesi – è stato soprattutto il segmento industriale che, beneficiando in maniera diretta del buon andamento della domanda nazionale ed estera, ha segnato un incremento rispetto al 2016 del valore aggiunto (+1,8%), della produzione industriale (+3%) e degli occupati (+1%)”. “Molto bene – scrive sempre Ismea – per l’export di alimenti e bevande che chiude l’anno al livello record di 41 miliardi di euro, con una crescita molto più sostenuta di quella, già significativa, messa a segno nel 2016 (+6,8% nel 2017 a fronte del 4,2% dell’anno precedente). Ma il 2017 sarà ricordato soprattutto per la netta ripresa dei consumi alimentari delle famiglie italiane, che dopo 5 anni di stallo, fanno finalmente registrare un segno più di un certo peso (+3,2%)”. Situazione diversa nei campi. “Il bilancio dell’annata agraria – spiega Ismea – è stato invece fortemente condizionato dall’andamento meteorologico avverso che ha inciso sul potenziale produttivo con un impatto negativo in termini di valore aggiunto (-4,4% sul 2016). Il numero di imprese agricole è rimasto pressoché invariato rispetto all’anno precedente (-0,3% nel Registro delle imprese a dicembre 2017 su base annua)”. Tra i dati positivi “si evidenzia la crescita del numero di imprese agricole condotte da giovani con meno di 35 anni che arrivano a 55.331 con un aumento del 5,6%”.

Il clima di fiducia dell’industria alimentare.

“Nel corso del 2017 – approfondisce l’Ismea – l’indice di clima di fiducia dell’Ismea per l’industria alimentare nazionale si è attestato su terreno positivo, a un livello di +6,2 nella media d’anno, in lieve diminuzione rispetto al +9,4 dell’anno precedente. Va comunque evidenziato che il mood degli operatori, dopo un peggioramento nella seconda metà del 2016, ha poi avuto una ripresa durata fino al terzo trimestre del 2017, per poi diminuire nell’ultimo trimestre. Il peggioramento del clima nel quarto trimestre è dovuto a un calo nelle aspettative di produzione, fisiologico in questo periodo dell’anno, ma più marcato degli anni precedenti, mentre i giudizi sugli ordini sono risultati in miglioramento anche nel quarto trimestre e le scorte sono state giudicate da un maggior numero di imprenditori inferiori alla normalità. Questo fenomeno è ampiamente giustificato dall’accelerazione della domanda nazionale e di quella estera avvenuta nello stesso periodo”.

Il credito.

“Rispetto alla flessione del 6% del credito nel complesso – specifica l’Ismea – quella del credito agricolo è stata meno intensa, pari all’1,2%; lo stock ha quasi sfiorato 43 miliardi di euro, il 5,3% dei prestiti complessivi (circa 813 miliardi). I dati sul solo credito per investimenti nel settore agricolo, disponibili fino al terzo trimestre 2017, indicano ancora una riduzione (-3,9% rispetto al terzo trimestre del 2016), dovuta a un decremento dello stock di prestiti destinati alla costruzione di fabbricati e all’acquisto di macchine e attrezzature, a fronte di un aumento di quelli destinati all’acquisto di immobili rurali (+2,9%). Infine, i prestiti intercettati dall’industria alimentare a partire dalla seconda metà dell’anno hanno arrestato la crescita su base annua che avveniva ininterrottamente dal 2014, chiudendo il 2017 con una riduzione dell’1,6%”.

(Fonte: ismea.it/ 14.03.2018)

 

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