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L’analisi dei dati più recenti delinea le dinamiche di crescita delle varie componenti settoriali.
Agroalimentare, cooperative: giro d’affari sfiora i 35 miliardi
Un quarto dell’ortofrutta e della carne italiana deriva da imprese mutualistiche. Positiva la performance anche sul versante dell’export (per un valore di 5 miliardi di euro).

Numeri importanti per la cooperazione agroalimentare Made in Italy che “con le sue 4.703 imprese attive garantisce occupazione a più di 91.500 addetti e genera un fatturato di quasi 35 miliardi di euro, pari al 23% del giro d’affari dell’alimentare italiano, ottenuto attraverso la lavorazione e trasformazione di una quota pari al 32% della materia prima agricola italiana, per un valore di 16,1 miliardi di euro”. Un segmento che “pur in presenza di un leggero calo dei soci produttori aderenti (-3%), registra una crescita sia del fatturato (+0,6%) che dell’occupazione (+0,9%). Buone anche le performance dell’export: complessivamente nel 2016 il sistema cooperativo italiano ha realizzato oltreconfine il 17% del proprio fatturato per un totale di circa 5 miliardi di euro, pari al 13% delle esportazioni agroalimentari italiane”. E’ questo lo scenario delineato dall’Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana-Rapporto 2017 istituito presso il Mipaaf e sostenuto dall’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari (Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Unicoop). “Da evidenziare – si legge in una nota di sintesi –  anche il ruolo strategico che la cooperazione agroalimentare gioca nella valorizzazione dei prodotti Made in Italy, tanto in Italia quanto sul mercato estero: le imprese cooperative, infatti, lavorano materia prima che per il 74% è di provenienza locale, per il 24% nazionale e solo per il 2% estera”.

L’analisi di Nomisma e dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.

“Questo è possibile – spiega Ersilia Di Tullio, responsabile cooperazione della società Nomisma che ha curato lo sviluppo dello studio – grazie al forte legame che le imprese cooperative hanno con la propria base sociale di agricoltori. Oggi la quota prevalente degli approvvigionamenti di materia prima delle cooperative è costituita dai conferimenti dei propri soci, come evidenzia il grado di mutualità pari in media all’83%”.

“Sono soddisfatto del quadro economico fotografato dal rapporto – commenta Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – in particolare per il contributo importante che le cooperative stanno dando in termini di incremento delle vendite sui mercati internazionali. Il settore lattiero-caseario ha visto aumentare il proprio export del 20% in un solo anno, mentre le prime 25 cooperative vitivinicole hanno in media la metà del loro giro d’affari derivante proprio dall’export”.

Il quadro complessivo.

Carne, ortofrutta, latte e vino “si confermano i principali settori cooperativi grazie al forte legame con la base produttiva agricola. Le cooperative del settore delle carni fresche e trasformate esprimono la quota di fatturato più importante (8,9 miliardi di euro, pari al 26% del totale); segue il comparto dell’ortofrutta (8,7 miliardi, 25% del fatturato totale), quello del latte (6,6 miliardi, 19%), dei servizi (4,8 miliardi, 14%) e del vino (4,5 miliardi, 13%). L’Osservatorio ha anche monitorato “l’evoluzione nel corso degli ultimi dieci anni delle prime 25 cooperative per fatturato dei settori ortofrutticolo, lattiero-caseario e vitivinicolo, che ha evidenziato un consolidamento delle dimensioni medie aziendali e tendenze positive di tutti i principali indicatori di performance economico-finanziaria. Spicca la crescita a tre cifre (+112%) del fatturato delle top 25 nel vino e quella, sempre molto alta (+82%), registrata dalle cooperative dell’ortofrutta. In dieci anni sono cresciute anche le retribuzioni lorde, da un +42% nelle cooperative dell’ortofrutta al +126% nel comparto del vino”. Questa crescita “non ha compromesso il forte legame con la base sociale, che si mantiene molto saldo anche in queste grandi cooperative, come dimostrano i valori di mutualità pari rispettivamente all’87% per le Top 25 del latte ed all’85% per le Top 25 dell’ortofrutta e del vino”.

(Fonte: Comunicato Stampa Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana/ 12.12.2017)

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Valore aggiunto per il Made in Italy
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